Ricordati di tutto il cammino
che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere
in questi quarant’anni nel deserto (Dt 8,2).
Per bocca di Mosè, Dio introduce il suo popolo nella nuova terra, invitandolo a tenere viva la memoria del cammino compiuto come una risorsa indimenticabile. La novità che si apre nella Terra offerta in dono non sarebbe comprensibile senza quel lungo viaggio, senza la promessa che lo ha avviato e l’interminabile cura che lo ha accompagnato, pur in mezzo a qualche inevitabile fatica e stanchezza. In realtà, tutto appartiene a questo importante cammino, come ciascuno di noi comprende bene.
Caro don Fabio,
ho pensato di prendere avvio da queste intense parole di Deuteronomio 8. Sono certo che le ricorderai perché, a suo tempo, aprirono per te una stagione nuova, tutta da comprendere. Era la prima sera di Seminario, l’avvio dentro una celebrazione densa e carica di sentimenti. Si raccoglievano le opere e i giorni della prima giovinezza e del primo lavoro. Forse, quella sera, ti saranno venuti in mente gli scambi congelati dei binari delle Ferrovie Nord, sulla linea di Saronno, la manutenzione delle linee dell’alta tensione, i colleghi, gli amici di lavoro, oltre a mille avventure della tua parrocchia e del tuo oratorio. Di fatto l’avvio si annunciava con un imperioso invito al ricordo. Si spalancava un sentiero tutto da percorrere, insieme ad un vero pieno di meraviglia, del tutto indimenticabile.
Abbiamo condiviso gli anni della prima formazione a Seveso. Poi la tua ordinazione presbiterale, giusto dieci anni fa, e la chiamata comune in questi anni di servizio come assistenti di Azione Cattolica. Abbiamo incominciato insieme, chiedendo di essere accompagnati in questo nuovo tratto di ministero, da fratelli e sorelle, ragazzi, giovani e adulti, immersi in un viaggio per molti versi inedito, alla ricerca, per tutta l’Associazione, di come essere e fare Azione Cattolica nel tempo nuovo. Sono stati anni belli, di amicizia e fraternità con tutti, a cominciare dalle presidenze che abbiamo incrociato. Abbiamo condiviso pensieri e riflessioni, valutazioni e battute. Ho apprezzato la tua schiettezza, la tua passione operativa, la capacità di lavoro e di intervento rapido, l’inclinazione a rendere più semplici le cose, ma non per questo sbrigative. Su tutto, il sorriso sereno che dava l’idea che la via era aperta. Sono convinto che queste doti ti faranno buona compagnia in questo tuo nuovo importante inizio.
Nella vita ci sono dei passaggi decisivi in grado di imprimere ad essa una svolta. Ciascuno ne incontra di importanti, e ricorda i propri. Con lo scorrere del tempo ci si accorge che contengono qualcosa di più grande di ciò che si attendeva da essi e che il modo migliore per custodirli è abitare e vivere la promessa di bene che hanno dischiuso. Tu ora ti trovi in questo crocevia. E l’attitudine a ricordare, come invita Deuteronomio, è la scelta decisiva. Così i giorni sfilano via, pieni di gratitudine: da quella sera di sedici anni fa, alla prima destinazione, a questi anni belli in Ac, al ministero di parroco che ti attende.
Mi sono imbattuto in questi giorni in pagine vibranti di P. Florenskij. Un quaderno dove annotava i suoi sogni, fatti ad occhi aperti, guardando la realtà. Sono sogni che hanno aperto i confini dei suoi pensieri e non smettono di aprire anche i nostri. Ascolta questo “sogno”, bellissimo, colto durante una celebrazione. Parla di una distrazione, si direbbe, salutare, che non ha portato lontano, ma in una profondità bellissima e agevole.
Oggi […] ho concelebrato nella chiesa della Croce Rossa… Ho guardato la lampada che pendeva davanti all’icona di Panteleimon il Taumaturgo. E all’improvviso ho avvertito che il lieve crepuscolo, nel quale era avvolta la chiesa, era la grotta del mio cuore e che io mi trovavo nella camera o, più precisamente, nella grotta del cuore. Ho visto che questa lampada non ardeva affatto fuori, ma in me, nel cuore. E dopo è divenuto comprensibile che e le icone e la chiesa e anche gli uomini tutto ciò non è fuori di me ma in me, nel cuore. Io ho sentito con un grande grado di definizione che ora penso non con la testa ma con il cuore e che mi sono trasferito dalla testa – che è rimasta qualcosa di vuoto e di secondario – al cuore.
La tua Chiesa, come ogni Chiesa avrà questa lampada. Il suo danzare ti ricordi ciò che arde in te e in ciascuno dei fratelli e delle sorelle che servirai nel ministero. È la Presenza viva che arde nel cuore di ciascuno e che tu sei chiamato a servire. Entrando nella novità sarà decisivo usare la testa per osservare, conoscere, capire, ma lascia che il Signore ti conduca nel cuore, il suo, anzitutto e in quello di ogni fratello e sorella che incontrerai. Ne verrà qualcosa di imprevedibile e bellissimo come solo la Grazia di Dio sa fare.
Buon cammino, fratello.
d. Cristiano
La Presidenza si unisce alle bellissime parole di don Cristiano, esprimendo profonda gratitudine a don Fabio per aver accompagnato ragazzi e giovani sul piano educativo e spirituale e per il suo apprezzatissimo contributo a tutta l’associazione.
- Avremo modo di ringraziarlo dopo l’estate, mentre ora si dedicherà con il consueto impegno e sorriso ai campi estivi.