Oggi parliamo di Giovanissimi e formazione.
Questa articolazione dell’ Azione cattolica si rivolge alla fascia d’età compresa tra i 14 e i 19 anni, quindi agli studenti delle scuole superiori. Accanto all’Acs, che si rivolge specificatamente alle scuole, il percorso ACMove si svolge sul territorio, raccogliendo i diversi gruppi sparsi nella diocesi. L’obiettivo che l’associazione ha a cuore è sempre lo stesso: offrire spunti il più possibile positivi ai ragazzi in una fascia d’età delicata e complessa, per essere davvero una Chiesa in uscita, capace di condividere e di costruire insieme, per essere come una cassa di risonanza, che non fornisca tanto risposte quanto pronta sempre a suscitare domande.
Gli incontri ACMove mediamente sono cadenzati una volta al mese, e si basano ovviamente sulla relazione tra educatori e partecipanti, perché si possa instaurare col tempo un legame significativo. Accanto a un momento conviviale, per stare insieme divertendosi, il nucleo fondante del percorso è unire tematiche d’attualità alla riflessione sulla Parola. Soltanto mettendoci la testa, giocandosi in prima persona su ciò che ci circonda si può fare la differenza, senza dimenticare dunque il Vangelo e la propria Regola di Vita.
Ogni anno le tematiche del percorso cambiano, e agli educatori è proposto un ventaglio di scelte per i propri incontri, cosicché ogni gruppo si senta libero di declinarle come preferisce. Per quest’anno 2022/2023, gli spunti sono i seguenti: l’attualità della questione siccità; l’Arte e in particolare la musica come strumento di pace; il significato di famiglia e le sue tipologie; la violenza giovanile; il vivere la spiritualità; il ruolo sociale della Chiesa.
Come è abitudine, per gli educatori dei gruppi sono organizzati due piccoli momenti di formazione durante l’anno, uno in ottobre e uno a gennaio. Il primo si è svolto proprio sabato 8, in centro diocesano a Milano. Dopo aver presentato e illustrato le diverse proposte e attività, protagonisti della mattinata sono stati due testimoni: Elisa Zulini, psicologa di Sineresi (Società cooperativa sociale, provincia di Lecco) e don Claudio Burgio – cappellano dell’Istituto penale minorile Cesare Beccaria di Milano e fondatore (nel 2000) della comunità milanese Kayròs, volta ad accogliere minori in difficoltà, segnalati dal Tribunale per i Minorenni, dai Servizi Sociali di riferimento e dalle forze dell’Ordine.
Elisa ha illuminato i presenti su una tematica spesso poco dibattuta inerente al macro-tema famiglie: la scelta di affido temporaneo da parte di una famiglia accogliente oppure da parte di una persona single. Immaginare gli ostacoli burocratici, i risvolti complessi della situazione – e soprattutto il carico morale, psicologico ed emotivo da entrambe le parti – non è affatto semplice. Tuttavia, per trasmettere l’importanza di questa esperienza bastano poche parole, di chi ci è già passato: “essere dove si desiderava essere”, senza giudicare la famiglia di provenienza, ricca di fragilità di vario genere, e senza d’altra parte porsi in una condizione di superiorità. Al centro deve rimanere il benessere del bambino o dell’adolescente, che spesso ha vissuto una situazione complessa di allontanamento. Probabilmente, soltanto equilibrando le diverse emozioni protagoniste di questa avventura, ne inizierà una davvero nuova per la famiglia e i minori accolti…
Ebbene, ancora una volta l’attenzione ai minori ha riguardato l’intervento di don Claudio Burgio. Una testimonianza molto partecipata e positivamente provocatoria la sua, che ha fatto riflettere i giovani sul senso di comunità, sull’essere Altro da sé. Come si fa a sospendere il giudizio davanti a ragazzi che hanno intrapreso una cattiva strada, una strada che siamo abituati a non incrociare – specialmente se siamo quelli bravi? Ecco, don Burgio ci ha sfidato a riflettere sull’importanza fondamentale del pensiero critico, del rapporto tra fede e non-fede, del conciliare mondi che apparentemente sono lontanissimi… Lasciare spazio all’ascolto e al dialogo è il primo passo per costruire ponti, questo non bisogna dimenticarlo. Continuare a considerarsi due entità separate è il maggiore rischio che i gruppi di giovani laici possano correre: “questa cosa tocca anche la mia vita?” è la domanda base per un nuovo approccio alla tematica della violenza diffusa tra i giovani.
Chiunque fosse interessato al percorso AcMove, non esiti a contattare gli educatori sul territorio o i responsabili a questo indirizzo giovanissimi@azionecattolicamilano.it, e a tenersi aggiornato sul nostro sito di riferimento www.azionecattolicamilano.it
Francesca Bertuglia