“Vivere la scuola, non usufruirne”.
«Scegliamo il noi. Per una scuola migliore, per un ambiente associativo migliore». Questo è stato il titolo del Congresso nazionale del Movimento studenti di Azione cattolica (Msac), che si è svolto in via telematica tra l’11 e il 18 aprile, a cui hanno partecipato anche Massimiliano Mariani e Angela Bonato, i responsabili diocesani dell’Azione cattolica studenti. Come ci riporta, infatti, Massimiliano, «il dibattito si è concentrato sul compito che l’intera associazione ha all’interno della scuola come istituzione, sul mettersi a servizio di una comunità plurale, sul fare rete e sull’impegno in prima persona in ciò che si promuove».
Nelle diverse giornate congressuali i membri d’équipe nazionali si sono spesi per l’elaborazione di una bozza del documento finale, insieme a tutti i segretari diocesani e i partecipanti per scrivere emendamenti da presentare in assemblea plenaria, per poi votarli ed approvare il documento nella sessione di domenica. Il documento assembleare finale non ha potuto naturalmente che soffermarsi sulle difficoltà subentrate a causa della pandemia ma con lo sguardo proiettato al futuro: la distanza fisica che intercorre a scuola, tra i giovani, nelle associazioni, e nonostante tutto la vicinanza per un sentire comune, la volontà di migliorare, di scegliere, quindi, come una comunità all’interno della società, oltre che come singoli.
Tra i diversi interventi, l’attuale ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha citato il valore costitutivo della «solidarietà, contro l’individualismo che dilaga e con il fine di ritrovare il senso di appartenenza in ciò che si fa». Il ministro si è detto dunque fiero di come il «Msac sia pioniere in questi termini». Poi, la professoressa Eugenia Carfora, dirigente dell’Istituto Morano di Caivano, ha ribadito come «la scuola non debba essere un luogo in cui erogare semplicemente contenuti, ma un luogo in cui si trasmetta il sapere attraverso l’emozione. La curiosità è un elemento fondamentale per il fare scuola, così come l’azione è indispensabile dopo il pensiero, specialmente per costruire ponti con la cittadinanza e il mondo del lavoro, seppur complesso e precario». Infine, i segretari nazionali uscenti Adelaide e Lorenzo hanno voluto definire «il Msac come casa di tutti gli studenti italiani, che possa insegnare ad amare la vita per come è, non solo per come vorremmo fosse. È vivere un percorso a servizio della rappresentanza, con il desiderio di cambiare il mondo e sentire di poterlo fare, affezionarsi ai compagni che si incontrano durante gli anni».
Francesca Bertuglia