In questi due giorni di esercizi spirituali abbiamo riflettuto su quanto sia sempre più difficile al giorno d’oggi vivere come fratelli: le tante guerre ancora presenti nel mondo, il traffico di migranti sfruttati, ma anche semplicemente i piccoli gesti e le azioni che caratterizzano la nostra vita di tutti i giorni. Tutto ciò non sempre costituisce un’immagine e testimonianza di affetto fraterno. Eppure, proprio nella sua passione, Gesù ci ha mostrato che è possibile aprire strade nuove, che profumano d’amore, che assumono la forma del dono. Lo dimostra il suo stare in silenzio di fronte alle accuse dei sommi sacerdoti, un silenzio che libera i suoi accusatori dal condannare un innocente, un silenzio che è offerta di riconciliazione con l’uomo.

Sta proprio all’uomo, sta proprio a ciascuno di noi, poi, accogliere questa offerta compiendo gesti semplici ma che sappiano andare incontro all’altro. Gesti disarmanti come quello di Honorine, sopravvissuta al genocidio del Ruanda e che, dopo un lungo percorso, ha perdonato i suoi persecutori; gesti d’amore come quello di Robi Damelin, madre israeliana che si è riconciliata con l’assassino di suo figlio; gesti di speranza, come quello della cittadella della pace di Rondine, che ogni giorno, attraverso tanti ragazzi provenienti da tutto il mondo, pianta semi di pace e fraternità, partendo semplicemente dallo stare insieme, dal condividere la quotidianità.
Proprio come loro, ciascuno di noi può fare la differenza, rompendo gli schemi e creando dialoghi costruttivi con gli altri. Dio, attraverso Gesù, ci ha mostrato che è possibile aprire strade nuove, partendo dalla propria realtà di tutti i giorni, perchè ciascuno di noi ha un posto unico e speciale nel suo cuore, un posto che non deve contendersi con gli altri ma che è pensato appositamente per ciascuno di noi: dal più povero, al più ricco, dal più potente al più debole.
di Letizia Massaro