C’è qualcuno che ancora non conosce Ac Move? Si tratta di un percorso annuale sul territorio, dedicato ai Giovanissimi, di età compresa tra i 14 e 19 anni, che accomuna diversi gruppi sparsi nella diocesi. Ciascun gruppo si organizza autonomamente in base alle proprie esigenze, ma ciò che è costante ovunque è l’approccio critico e l’arricchimento personale, attraverso le tematiche scelte – su consiglio della Commissione che si occupa dei materiali proposti – e la Parola del Vangelo come filo conduttore.
Di seguito vi lasciamo qualche spunto di riflessione riguardo le tematiche su cui si concentrata recentemente la giornata di formazione e testimonianza rivolta agli educatori dei gruppi, facendo risaltare questo aspetto in particolare: la collaborazione tra Azione cattolica e altre associazioni sul territorio – perché questi contatti siano sempre più proficui per tutti i partecipanti, con l’intenzione di allargare il proprio sguardo sul mondo che ci circonda.
Il ruolo sociale della Chiesa – Francesco e Paolo, del Guado di Milano
La testimonianza dei due giovani lavoratori fuorisede, soci dell’associazione milanese che da decenni si rivolge ai giovani cristiani LGBT, va al cuore della questione: “Noi non possiamo essere un problema all’interno della Chiesa, perché anche noi siamo pastorale tanto quanto gli altri”. Il rapporto con la gerarchia non è mai stato semplice – spiegano – e questo avviene sia storicamente sia ai giorni nostri, ma ciò non toglie a tanti giovani credenti di esprimere ugualmente il proprio orientamento sessuale senza venire discriminati, perché tutti possano essere una “Chiesa dal basso”. Ultimamente per i giovani LGBT di Milano è divenuta punto di riferimento la Chiesa di San Carlo di via Lecco, il cosiddetto quartiere arcobaleno.
La musica e la sua capacità di unire – Valentina, membro del coro Elikya
Si sa che la musica ha potere curativo sull’anima, che è una via d’espressione capace a generare gioia e rigenerazione, capace di esprimere unità e solidarietà. Questa la testimonianza di Valentina, un’educatrice professionale di Lecco, che da anni fa parte del coro Elikya, nato nel 2010 per volere del maestro Raymond Bahati (Repubblica Democratica del Congo), caratterizzato da una forte multiculturalità. I coristi provengono da diversi Paesi del mondo e si canta proprio in diverse lingue del mondo. Valentina racconta come in questo gruppo l’improvvisazione e l’ascolto del pubblico durante i concerti siano due capisaldi della loro attività: senza questi non si riuscirebbe a esprimere quello stupore e quella meraviglia propri di una musica gioiosa e così variegata.
Per non sprecare una sola goccia d’acqua – Laura (ex sindaca nella provincia milanese) e Giusy (impegnata in giunta comunale)
Da tempo, ormai, non si può negare l’evidenza: siamo a corto d’acqua, l’allarme siccità è diventato realtà, anche in regioni italiane come la Lombardia. Il Po è in secca, le fontanelle dei giardini pubblici spesso sono tenute chiuse, l’agricoltura – così poderosa nella nostra regione – si trova spesse volte in difficoltà. Anche se può sembrare strano, nel globo si utilizza soltanto una piccolissima percentuale d’acqua dolce, perché tutto il resto è salata; la qualità di queste acque non è ottimale, perché la condizione del sottosuolo non lo è di conseguenza. Cosa possiamo fare di concreto per cambiare? Innanzitutto, avere sensibilità e consapevolezza della questione. Nel mese di marzo siamo in già in situazione di emergenza, facendo un confronto con il 2022.
Grazie di nuovo a tutti i testimoni e partecipanti della giornata, che in un soleggiato sabato di marzo si sono resi disponibili a condividere con entusiasmo tematiche e riflessioni così arricchenti e stimolanti.
E a ogni gruppo sul territorio, buon cammino!
Francesca Bertuglia