Avete mai urlato un saluto o una strana frase sbracciandovi in modo inconsulto per prenotare il vostro turno nel gioco? Avete mai tenuto un’icona in equilibrio su un righello o soffiato su una bici rossa fingendo fosse fuoco?
Bene ora immaginate di fare tutto questo in pieno centro Milano, una domenica pomeriggio tra la folla che passeggia e fa shopping (e vi guarda stranita..).
È quello che vi può succedere se accettate di partecipare ad una equipe diocesana di ACR tra i responsabili di zona. Ed è quello che è successo domenica 27 febbraio quando i responsabili ACR e alcuni educatori hanno girato il centro di Milano in bicicletta guidati da una strana caccia al tesoro alla ricerca di cosa sia la responsabilità.
E i tesori scoperti sono stati tanti, così come i personaggi milanesi che ci sono stati di esempio.



A partire da Cesare Beccaria che nel rigido mondo della giurisdizione del suo tempo ha riportato lo sguardo sull’uomo vedendo l’insensatezza della pena di morte e della tortura. Così vorremmo essere capaci, come responsabili, di tenere sempre lo sguardo sulla realtà umana dei nostri ragazzi in modo da non perderci in vuote teorie e di prenderci cura di chi ci è stato affidato.
Guardando poi a Francesco Beltrami che nel restaurare il castello sforzesco ha saputo riconosce il valore di ciò che era stato nel passato, cercarne le testimonianze e ricostruirlo nel presente, salvaguardando la bellezza ed il suolo dallo sfruttamento edilizio del suo tempo. Perché anche l’AC ha una storia ricca di bellezza da non dimenticare che può ancora meravigliare ed essere ricostruita e vissuta nel presente.
Un presente difficile per la realtà cristiana dove la fede ed un impegno concreto e sentito in parrocchia o nelle associazioni non sono più un passaggio scontato nella crescita di un ragazzo. È necessario testimoniare e promuovere con costanza la realtà cristiana, come ci insegna Armida Barelli con il suo impegno per l’università cattolica di Milano. Solo così i ragazzi e i giovani di oggi e di domani potranno godere di quell’ambiente positivo e di quelle relazioni che ci hanno riempito il cuore e fatto scoprire Cristo quando avevamo la loro età.
E per fare questo ci vuole creatività, ma tanta creatività, così tanta che bisognerebbe essere Leonardo da Vinci per farcela. Ma per fortuna sappiamo che non sono solo i responsabili a portare avanti questo progetto, ma i ragazzi stessi, che di creatività ne hanno!
Perché l’AC dei ragazzi è così, fatta di pasti a base di lasagne e patatine (ma anche di tanta tanta frutta salutare…), campanelli, sonagli rumorosi, risa e caciara che rallegrano le strade del centro molto più delle luci e delle insegne delle vetrine.


