“Pinocchio va letto – dice Marco Erba – a ogni età e va commentato. Per questo è estremamente apprezzabile il nuovo libro di Silvio Mengotto: Pinocchio Le potenzialità dei pezzi grezzi (Tau Editrice): una analisi profonda e sensibile di questo capolavoro, che ne sviscera il contenuto per rendercelo ancora più vicino”
Rileggendo queste pagine intramontabili, l’autore commenta i numerosi, e sorprendenti, rimandi al Vangelo e alla vita. Geppetto rappresenta il paradigma della creazione, mentre Pinocchio, monello patentato e disobbediente, dice bugie ma è anche altruista, coraggioso e leale. Il burattino di Collodi è pensato per correre, la sua rapidità di spostamento è folle quanto modernissima. Cade spesso, ma si rialza sempre.
“Le vicende del più celebre dei burattini – dice Marco Erba nella prefazione – conquistano da sempre lettori di ogni età. Non può che essere così: tutti noi siamo un po’ burattini desiderosi di diventare bambini di carne”. Pinocchio si trova a dover affrontare un mondo a volte cinico e spietato eppure scopre “l’amore gratuito, sperimentando la dedizione di chi sa voler bene senza chiedere nulla in cambio. Per questo le vicende del burattino ci commuovono sempre un po’”.
Per l’autore il Gatto, la Volpe, Lucignolo, l’Omino di burro, sono figure dei falsi maestri, tentatori, consolatori stucchevoli che, con scaltrezza, indossano le virtù corrotte. Il Paese dei balocchi è una falsa promessa venduta abilmente come verità. In realtà i ragazzi vengono trasformati in ciuchini da vendere al mercato. Se è giusto l’obiettivo della felicità, sono sbagliati i mezzi per raggiungerla. Per l’autore il Paese dei Balocchi è simile alla cultura di un consumismo esasperato, localmente e globalmente, che aggredisce le persone, la natura, la cultura e i valori umani creando l’incivile primato dello scarto. Si pensa di essere liberi, mentre si è prigionieri, direbbe Pasolini, nel “penitenziario dei consumi”. Un consumismo che ha stimolato il diffondersi di un “falso progresso” analizzato da Pasolini e profetizzato da Leopardi. Il racconto La metamorfosi di Kafka, citato dall’ autore, è di sorprendente attualità. Nel racconto kafkiano il protagonista una mattina si sveglia trasformato in un mostruoso insetto che la famiglia chiude segregato in una stanza dove, lentamente, morirà di inedia nella totale solitudine e nel forzato isolamento.
Pinocchio che rifiuta la medicina viene segnalato dall’autore con un interessante balzo alla pandemia che stiamo ancora vivendo. Di fronte al rifiuto del burattino la Fata turchina di Collodi, tramite una terapia d’urto, escogita un ricatto straordinario. Nella stanza dove riposa Pinocchio manda quattro conigli neri con la bara. La malattia senza medicina porta alla morte. Nel vedere bara e conigli neri Pinocchio si spaventa, come un fulmine ingoia la medicina che lo guarisce in un batter d’occhio. “Noi ragazzi –dice Pinocchio – siamo tutti così! Abbiamo più paura delle medicine che del male”. Di fronte al male (Covid 19) ci sono state persone che hanno rifiutato la medicina (il vaccino) pentendosi solo quando il male diventava sempre più il preludio della morte.
Pinocchio nel Pescecane ricorda Giona nel ventre della Balena. Nel ventre del Pescecane si svolgono i dialoghi più lunghi e teneri tra Geppetto e Pinocchio. L’impiccagione di Pinocchio, insieme alla trasformazione in ragazzo, rimandano alla crocifissione e risurrezione di Cristo. Il libro è popolato anche da figure positive autorevoli, non autoritarie: la Fata turchina nella veste di molti personaggi (una bambina, lucciola, una chiocciola, una capretta, la bella signora nella città delle Api industriose, nel sogno); il Grillo parlante che tocca la grezza coscienza di Pinocchio; Mangiafuoco che premia il coraggio e la lealtà di Pinocchio. L’autore ha cercato di mettere in luce le potenzialità creative dei talenti e della fede. Se educati alla maturità possono aiutare ad attraversare l’avventura della vita con le sue difficoltà.
“Si tratta di una lettura -conclude Marco Erba – a più livelli, intrisa di senso critico e aderente al testo, ma allo stesso tempo piacevole da leggere come un racconto. Silvio, oltre che uno scrittore è anche un artista, accompagna il testo con i suoi molti acquerelli (ben32). Guardandoli, stupisce l’originalità dell’interpretazione e dello stile. Allo stesso tempo però ci sembra di incontrare dei vecchi amici che conosciamo da sempre, come in una fotografia di una persona cara. Perché, appunto, Pinocchio siamo noi e le sue avventure sono l’essenza della nostra stessa vita”.
*Silvio Mengotto, Pinocchio Le potenzialità dei pezzi grezzi, TAU Editore, 2021. https://www.taueditrice.it/libro/pinocchio/