La missione è impegnativa, ma possibile. Si tratta di dare una risposta all’emergenza educativa che già aleggiava da anni ma che è diventata ancora più grave ed evidente nel tempo della pandemia.
Troppi adolescenti e giovani, limitati nella vita scolastica, sportiva e d’oratorio, provano un senso di solitudine interiore, galleggiano in un’esistenza di cui non riescono a immaginare un futuro, si isolano in consolazioni artificiali che fanno male alla salute fisica e psichica. Basti dire che la rete milanese dei consultori di ispirazione cattolica, Fondazione Guzzetti, ha registrato un aumento del 40% delle richieste di assistenza psicologica per adolescenti colpiti da depressione, ansia, disturbi alimentari ed episodi di autolesionismo e aggressività. E che Caritas ambrosiana ha rilevato nei propri doposcuola un incremento di disuguaglianze formative a causa dei problemi che la scuola deve affrontare con il Covid.
Per questo 15 realtà diocesane che si occupano di educazione hanno deciso di costituire la “Cordata educativa”, aperta a ulteriori adesioni, perché l’unione fa la forza e solo insieme si può affrontare la sfida indicata dall’arcivescovo Mario Delpini: offrire ai giovani buone ragioni per desiderare di diventare adulti tornando a sperare in un futuro promettente, non minaccioso.
L’iniziativa è stata presentata pubblicamente lo scorso venerdì 21 gennaio con la pubblicazione del suo “Manifesto”, di un Rapporto e delle prime iniziative in programma.
LA CORDATA
La “Cordata educativa” conta sulla partecipazione di alcuni uffici ed enti della Curia (il Servizio per i giovani e l’università, la Fom, il Servizio per la pastorale scolastica, la Consulta diocesana comunità cristiana e disabilità e la Caritas ambrosiana), associazioni (Azione cattolica ambrosiana, Agesci, Centro sportivo italiano), la congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice della Lombardia, due cooperative di educatori (Aquila e Priscilla e Pepita) e diversi consultatori (Federazione lombarda centri assistenza alla famiglia, La Casa di Varese, la Fondazione don Silvano Caccia e la Fondazione G.B. Guzzetti). Gli obiettivi principali sono due: aiutare tutti gli operatori degli enti aderenti (e non solo i vertici) a lavorare insieme con un pensiero e obiettivi condivisi. E farlo in modo strutturale e permanente, con una formazione rinnovata.
L’AZIONE CATTOLICA
Per l’Azione cattolica ambrosiana hanno partecipato al tavolo costitutivo della “Cordata educativa” il presidente Gianni Borsa, l’assistente dell’Acr e del settore Giovani don Fabio Riva e due membri del Gruppo pedagogico: Davide Manzo e Isabella Tres.
Davide Manzo, 30 anni, pedagogista della Cooperativa Farsi Prossimo impegnato professionalmente nel progetto diocesano “Parrocchie e periferie” e membro del Gruppo pedagogico dell’Ac, spiega che «il manifesto della Cordata punta su sei parole: fiducia, accoglienza, corresponsabilità, cura, reciprocità e comunità. Sono i capisaldi, dal nostro punto di vista, di una proposta educativa per giovani e adolescenti. La fascia di cui ci occupiamo», prosegue Manzo «è quella degli “adolescenti” nel senso estensivo del termine, cioè le persone che “stanno diventando adulti” e che stanno affrontando una fase delicata della vita in anni difficili per tutti a causa della pandemia e dei problemi che ha portato con sé».
Concretamente, aggiunge Davide, «già dal prossimo febbraio il progetto entrerà nel vivo con iniziative in almeno una decina di luoghi sul territorio della diocesi dove sarà organizzato un modulo formativo pensato su tre incontri: nei primi due verrà messo a fuoco il tema dell’ascolto (di sé e degli adolescenti), mentre nel terzo il tema sarà la risposta da dare in modo corale, ovvero come una “Cordata” educativa. Si partirà nelle parrocchie di Giussano». Destinatari? «Figure educative impegnate in ambiti diversi come oratori, scuole, società sportive, associazioni…e anche genitori di adolescenti». Manzo sottolinea che importante è lo “scambio” che avverrà in questa fase: «A tenere gli incontri saranno formatori delle diverse realtà aderenti alla cordata e ci sarà una sorta di interscambio di risorse e competenze. Per fare un esempio: l’“esperto” proveniente dall’Azione cattolica andrà a formare gli educatori di altre realtà». Come si potrà coinvolgere l’Ac? «I soci e gli educatori interessati possono partecipare agli incontri in programma nel loro territorio perché sarà importante la dimensione locale e il fatto che si inizi subito a lavorare come rete. Gli adulti di Ac possono farsi promotori dei moduli formativi nelle loro parrocchie e comunità pastorali».
«L’esperienza della costituzione della Cordata educativa», dice il pedagogista, «è stata molto arricchente perché ma mostrato un volto di Chiesa che si fa interrogare da ciò che sta accadendo, cioè l’emergenza educativa nella pandemia, e non è affatto “fuori dal mondo” come a volte, invece, la si accusa». E «la risposta», conclude Manzo, «prima ancora che nei contenuti, è importante nel metodo». Del resto, lo dice anche papa Francesco: ora è il momento di «avviare processi». Infatti, è partito un cammino di collaborazione tra realtà vicine per ispirazione e impegno ma che non lavoravano ancora abbastanza insieme. I frutti, auspicabilmente, verranno.
Per informazioni: adesionifom@diocesi.milano.it 02/58391356