In occasione della 98esima Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che si terrà il 1° maggio 2022, i Vescovi italiani dedicano il loro messaggio ad Armida Barelli che il prossimo 30 aprile sarà proclamata beata nel Duomo di Milano. E’ dedicato alla venerabile Armida Barelli il messaggio dei Vescovi italiani per la 98ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Con cuore di donna al servizio della cultura e della società
Armida Barelli è stata una delle figure femminili più rilevanti nel contesto culturale della prima metà del Novecento. Animata da grandi ideali, aveva una originale personalità come scrive padre Gemelli: “Era inconfondibile: la freschezza dello spirito, l’ingegno intuitivo e pronto, la capacità di organizzare e attuare il programma lavorativo stabilito, l’essere sempre con il sorriso e il suo spirito accogliente per tutti, specie per i più umili”. Unica donna nel gruppo dei “padri fondatori”, Armida ha svolto un ruolo fondamentale nella nascita dell’Università Cattolica, un progetto per quei tempi davvero sfidante e visionario.
Le sue parole sono ancora attuali non solo per il ruolo della donna, ma anche per quanto riguarda i giovani di cui oggi si parla molto con poche soluzioni.
Con cuore di donna, cioè intuitivo, materno e generativo, Armida ha vissuto con grande coraggio, nel senso etimologico del termine, che non a caso richiama la virtù di un “cuore” gettato oltre ogni ostacolo. Uscendo dagli schemi sociali dell’epoca e mettendo a frutto il genio femminile, si è impegnata, oltre che per l’Università Cattolica, anche in ulteriori, molteplici opere. Fondatrice della Gioventù femminile di Azione Cattolica e delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, diede anche un contributo determinante per l’avvio e lo sviluppo dell’Istituto Benedetto XV in Cina, da cui nacque una Congregazione religiosa femminile, tutt’ora molto attiva. Nel 1923 scriveva alle donne: “Avanti insieme per Gesù nella bella, grande famiglia cristiana”, “tutte insieme, professoresse e analfabete, aristocratiche e contadine, studenti e operaie, maestre e
impiegate, casalinghe e artigiane”. E agendo anche sul piano sociale per la valorizzazione femminile, Armida fu promotrice di un cattolicesimo inclusivo, accogliente e universale. Nella stagione del ritorno alla democrazia nel nostro Paese dopo la devastazione della guerra, spronava le donne, per la prima volta chiamate al voto, a “capire quali sono i principi
sociali della Chiesa per esercitare il nostro dovere di cittadine” perché “siamo una forza, in Italia, noi donne”.
Armida Barelli ha coltivato la formazione spirituale, l’impegno ecclesiale, la promozione culturale e l’azione sociale di tutti coloro che ha incontrato nelle diverse realtà, con una particolare attenzione alla figura femminile.
Con cuore di donna, Armida Barelli ha testimoniato soprattutto il valore e la fecondità della “fiducia incondizionata nel Sacro Cuore”, cifra della sua esistenza. Forte di questa fiducia, teologicamente fondata, solida e non banalmente sentimentale, la “Cassiera” dell’Ateneo e la “Sorella maggiore” della Gioventù femminile intuisce e porta avanti con determinazione la necessità di intestare proprio al “Sacro Cuore” il nascente Ateneo dei cattolici italiani. Questa dedicazione, apparentemente stravagante e inappropriata, in realtà chiarisce il rapporto tra devozione e riflessione, ordine degli affetti e ordine del logos,
ultimamente tra fede e ragione. Viene così definita la vocazione propria dell’Ateneo, ovvero il suo essere un’istituzione educativa e culturale che, cogliendo fino in fondo la singolarità del cristianesimo, ambisce a coniugare le qualità migliori del logos nella ricerca della verità con le forze più vitali delle affezioni rivolte al bello e al buono della vita.
In questa prospettiva, di fronte alla minaccia oggi più che mai presente di una irriducibile scissione fra fede e ragione, alla comunità universitaria, arricchita da un secolo di storia, è richiesta una capacità di pensiero abitata da gratitudine e passione, in grado di generare una cultura davvero all’altezza di una ragione degna dell’uomo. […] Che l’ormai prossima beata Armida Barelli ci sia d’esempio nel coniugare visioni coraggiose, slancio educativo e impegno culturale, in un appassionato servizio alla Chiesa e alla società.
LA PRESIDENZA
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA