Non è sfuggito a nessuno il fatto che il 25 febbraio scorso il mondo intero, e l’Europa in particolare, si sia svegliato sotto l’ombra scura e drammatica della guerra. Il presidente russo Putin ha colpito, e continua a colpire, l’Ucraina tutta e la sua capitale Kiev a suon di bombardamenti, provocando così non soltanto migliaia di vittime innocenti, ma anche un’estesa crisi umanitaria ed economica.
Davanti a eventi storici e geopolitici così sconvolgenti, per di più dopo due anni di pandemia non ancora conclusa, cosa può fare la società civile? Quali sensazioni può provare? E, nello specifico, associazioni come la nostra e tutte quelle che credono nel valore della testimonianza e dell’impegno, come possono farsi sentire?
Abbiamo lasciato spazio a qualche voce tra i soci di Azione cattolica ambrosiana che recentemente hanno partecipato alle diverse manifestazioni di Pace che si sono tenute nei giorni scorsi nei diversi Comuni della diocesi.
Gianluigi Pizzi, socio del decanato di Milano Zara-Niguarda, ci racconta: «Nella zona la manifestazione cui ha partecipato anche Azione cattolica, insieme alla Caritas decanale, si è svolta nella serata di mercoledì 2 marzo presso la Parrocchia di San Paolo Apostolo. Sono stati proposti un momento di preghiera e una raccolta fondi, andata a buon fine. Se a breve ce ne fosse la possibilità – aggiunge -, sarebbe bello poter programmare altri momenti di preghiera, e allargare così il giro delle associazioni coinvolte».
Anche Paola Panzani, socia della zona di Milano-Corvetto, ci riporta le sue impressioni: «La veglia e l’adorazione a sostegno dell’Ucraina sono state molto partecipate. L’atmosfera era concentrata, attenta, sembrava quasi di poter toccare le emozioni dei presenti. Probabilmente una parte dei presenti non è frequentatrice abituale della comunità, ma l’eccezionalità di questi tempi smuove tutti i cuori. In chiesa è stato anche invitato il gruppo di donne ucraine del quartiere, che svolge da anni lavoro di assistenza per anziani e malati».
Infine, Roberto Tarantola, socio della zona di Cesano Boscone: «Il Comune da anni collabora con Azione cattolica e con la Caritas per promuovere manifestazioni civili come questa. Il dialogo tra le diverse associazioni del territorio diviene infatti fondamentale per fornire un supporto concreto alla causa. La veglia per la Pace del 2 marzo ha visto attiva partecipazione degli alunni degli istituti comprensivi della città, e poi Avis o Auser si sono aggiunte come altre voci sostenitrici. La manifestazione si è conclusa davanti alla statua di Gandhi situata nel Parco della Pace, un luogo anche simbolicamente degno di nota». E conclude: «Mi ha positivamente stupito la vicinanza di tutti i cittadini, la Comunità pastorale si è anche offerta di accogliere alcune famiglie ucraine che arriveranno a breve».
Dunque, l’importanza del fare rete tra i Comuni e le diverse associazioni sul territorio per donazioni, per raccolte di alimenti, di beni di prima necessità e medicine, per fornire accoglienza concreta a bambini e a chiunque lo chiedesse giungendo in Italia. L’importanza di riflettere e di far arrivare una preghiera sentita a tutte le persone colpite dalla guerra, che hanno perso anche i propri diritti civili.
Non casualmente, il 3 marzo è cominciata via social la Campagna di mobilitazione intitolata #abbraccioperlapace per la promozione dell’apertura di tavoli di dialogo tra le diverse comunità ucraine e russe residenti nel nostro Paese. È la fratellanza il messaggio da trasmettere, non l’odio tra due popoli e due terre confinanti. La forza della Pace passa anche attraverso la società civile, ed è giusto che la sua voce si faccia sentire. La Campagna è cominciata dall’Alleanza Per un nuovo welfare che riunisce moltissimi enti del Terzo settore italiani, e dal Comitato editoriale di Vita (società editoriale e impresa sociale). Tra gli aderenti, ad esempio: Acli, Action Aid, Save the Children, Associazione Papa Giovanni XXIII, Casa della Carità. Qualunque associazione voglia aderire, può contattare l’indirizzo e-mail abbraccioperlapace@gmail.com; per diventare promotori di un Tavolo di Dialogo per la Pace basta accogliere nella propria sede la testimonianza di cittadini dell’est di diverse nazionalità, nel particolare russi e ucraini, e fornire attività di supporto concreto per i profughi di guerra.
Per ulteriori informazioni, visitare le pagine https://perunnuovowelfare.it/, https://azionecattolica.it/, http://www.vita.it/it/.
Francesca Bertuglia
Grazie Francesca!