Sono state ben cinque le Feste della pace organizzate dall’Azione cattolica ambrosiana nelle zone pastorali nel fine settimana tra il 21 e 22 gennaio. Due giorni per mettere al centro della riflessione e del ritrovo il valore della pace e il senso di comunità, che da sempre contraddistingue le diverse realtà associative.
L’Azione cattolica dei ragazzi non poteva che essere protagonista durante l’iniziativa, dopo quasi tre anni di stop alle Feste della pace in presenza.
La marcia della Pace a Varese
«Sono state coinvolte tutte le fasce d’età per la Festa della pace, dai bambini (che hanno deliziato tutti con i propri laboratori e consegnato un simbolo di pace) agli adulti, fino ad arrivare a un totale di circa trecento partecipanti, nel corso di tutta la giornata di sabato», ci racconta Andrea Calloni, responsabile dell’Acr della zona 2, Varese. «Per questo, dobbiamo anche ringraziare la collaborazione tra Ac e Acli di zona, la Scuola socio-politica di Villa Cagnola, la Caritas ambrosiana. Il cuore dell’iniziativa è stato camminare per la nostra città – dalla Cripta della Brunella alla basilica San Vittore, passando per i Giardini Estensi – per “abbracciare le cosiddette periferie esistenziali” che la abitano, dunque abbiamo cercato di allargare il nostro sguardo a quelle realtà più marginali, fisiche come spirituali, che ci circondano».
Non casualmente, sul tema vi sono state le testimonianze del presidente di Caritas ambrosiana Luciano Gualzetti – che ha ripercorso le parole pronunciate da papa Francesco recentemente, per cui la pace è un valore irrinunciabile e interconnesso ai diritti fondamentali dell’uomo, come istruzione, lavoro, salute… E quella di Samuele, volontario presso il carcere di Varese, che ha completato la cornice descritta: il carcere è un luogo dove la pace sembra non possa esistere, quando in realtà il segreto per un nuovo inizio sta nel fatto di non dimenticarsi che l’altra persona è sempre un essere umano.
Con il Csi al palazzetto di Desio
Sabato 21 anche dalla zona di Monza, le voci giungono positive. Sempre in un’ottica intergenerazionale, l’oratorio di Desio è stato il luogo di ritrovo per le diverse attività, alcune mirate per fascia d’età, altre perché riunissero tutti i partecipanti. Con lo slogan “Allenati nella Pace”, l’Azione cattolica ha collaborato con il Csi – il Centro sportivo italiano. L’associazione senza scopo di lucro, fondata nel 1944, persegue infatti la pratica dello sport a fini prettamente educativi, formativi e culturali.
«Per due anni, causa Covid, non si era potuto organizzare questa festa a livello unitario, perciò vedendo quest’anno centocinquanta persone, tra adulti, giovani e bambini, ha conferito tutt’altra atmosfera», racconta Andrea Formica, responsabile dell’Acr nella zona di Monza. Una parte dell’incontro prevedeva una proposta dedicata specificamente ai Giovanissimi con la testimonianza di don Claudio Burgio, cappellano dell’Istituto penale minorile Cesare Beccaria di Milano e fondatore (nel 2000) della comunità Kayròs, volta ad accogliere minori in difficoltà. Prosegue Andrea Formica: «Gli adulti, invece, hanno avuto modo di ascoltare le parole di Fabio Pizzul, impegnato in politica come consigliere regionale uscente al Pirellone. A partire dal messaggio del Papa, si è riflettuto sulle illusioni e sulla fragilità alle quali ci espone la cultura dei diritti individuali, non arginata dalla comunità, da un pensare in condivisione. Dunque, la pace, oltre che un miraggio, dovrebbe essere un obiettivo da costruire insieme anche in politica e in ambito cittadino, grazie all’arte della mediazione e allo sguardo verso situazioni complesse, per cui le dinamiche di consenso non bastano».
La Domenica nelle altre zone
Domenica, invece, sono state protagoniste della Festa della Pace le zone pastorali di Rho, Lecco e Melegnano. La zona 4, dopo una marcia animata, si è radunata presso la Parrocchia Madonna Pellegrina di Bareggio, per un totale di una cinquantina di persone. Vito Lunardo, responsabile Acr di zona, riporta che una soddisfazione della giornata è stata la partecipazione del neonato gruppo Giovanissimi. Anche in questo caso le testimonianze non sono mancate: un volontario del Csi, che ha vissuto un’esperienza di vita e di sport ad Haiti, dopodiché un gruppo di volontari che ha portato il proprio impegno in Albania. Responsabilità, felicità soltanto alcune delle parole chiave della giornata, che si è conclusa, come sempre, con un momento di preghiera allargato.
Infine, anche Giulia Vitale, responsabile Acr della zona di Lecco, e Davide Rivetta, responsabile Acr della zona di Melegnano, raccontano della riuscita collaborazione con il Centro sportivo italiano. Rispettivamente presso il Palazzetto Fiorenzo Magni di Monticello Brianza e presso l’oratorio di Melzo, si sono susseguite partite di pallacanestro, giochi a stand, testimonianze per adulti e bambini, una corsa aperta a tutti, a scopo benefico.
Il messaggio trasmesso è sempre lo stesso: “contribuire a un progetto di pace”. Dunque, dopo aver ritrovato tutto questo entusiasmo, non resta che darsi appuntamento alla Festa della Pace 2024.
Francesca Bertuglia