45 anni portati benissimo. L’Azione cattolica studenti ha festeggiato l’importante traguardo nella giornata conclusiva di Ac7, la settimana di iniziative che ha segnalo l’avvio dell’anno associativo 2023-24 dell’Ac ambrosiana. Un anniversario che ha messo in luce come l’intuizione originaria dell’Acs sia ancora d’attualità e come la sua proposta formativa, pur cambiata nei modi e nei numeri, continui ad attirare anche gli studenti delle superiori di oggi.
La “festa di compleanno” si è svolta all’oratorio don Bosco di Lentate sul Seveso il 17 settembre dove si sono ritrovati, oltre agli attuali aciessini, anche molti degli ex responsabili che hanno fatto parte della segreteria diocesana negli ultimi quattro decenni e mezzo, compresi ex “imperatrici” e “imperatori”, il nome scherzoso che da sempre in Acs contraddistingue i segretari diocesani, e tre ex assistenti: don Luigi Galli, don Andrea Meregalli e don Luca Ciotti.
L’intervento di Agostino Burberi
Per festeggiare degnamente l’anniversario è stato invitato un ospite d’eccezione: Agostino Burberi, uno dei primi scolari della scuola di Barbiana e oggi presidente della Fondazione don Lorenzo Milani. Del resto, “I Care”, il motto di Barbiana, è sempre stato anche il motto dell’Acs da quando, nel 1978, mosse i primi passi il movimento studenti dell’Azione cattolica nella sua versione ambrosiana.
Burberi ha calamitato l’attenzione dei presenti con il suo racconto dell’arrivo di don Milani nell’”esilio” di Barbiana il 7 dicembre 1954, dell’immediata organizzazione del doposcuola (poi diventata vera e propria scuola) per i figli dei montanari e dello stile educativo che imponeva ad andare avanti «al passo degli ultimi», perché così è la logica evangelica, non in competizione ma in collaborazione, esattamente il contrario della retorica del «primo della classe». L’ex alunno ha poi rimarcato una questione che ritiene cruciale: don Milani non era solo un riformatore della scuola ma un prete che intendeva annunciare il Vangelo. Ma aveva compreso che chi è schiavo dell’ignoranza ha più difficoltà anche a comprendere il messaggio di Cristo.
La mostra e il quiz
Il pomeriggio è proseguito con un momento di gioco a quiz in cui gli ex aciessini e gli attuali studenti si sono sfidati, mentre in una sala dell’oratorio era allestiva una mostra sulla storia dell’Acs, con alcuni “rari” documenti come i primi numeri della mitica rivista “Inchiostro” e il Manifesto con il quale, nel 2003, 25° anniversario dell’associazione, si ribadivano i tre pilastri della proposta «Vangelo, cultura e missione».
Prima della salamellata finale, gli imperatori Angela Bonato e Pietro Galbiati hanno invitato don Luigi Galli a proporre una breve riflessione ai ragazzi. E lui, con lo stesso stile avvincente con cui si rivolgeva agli aciessini di trent’anni fa, ha consigliato loro di «essere delle persone libere, non rinunciare a pensare, desiderare cose belle, non rimandare le decisioni e ricordare che l’unica cosa che non finisce è la capacità di amare».
Una cosa è stata chiara per tutti: l’Acs c’è e continua la sua proposta nei volti belli degli aciessini, ragazze e ragazzi in gamba. Oggi, come è sempre stato negli ultimi 45 anni.