“Questo è il tempo della… Responsabilità!”. Quante volte lo abbiamo letto e sentito dire, magari in tempi di sfide elettorali o magari come risposta a situazioni sociali complesse e sfidanti. Qualcuno se lo sarà domandato sicuramente durante il proprio servizio all’interno della Chiesa e nell’Associazione, e forse qualcun altro ha osato accennarlo timorosamente in relazione alla propria vita.
Certo è, qualunque sia l’ambito, che per parlare di responsabilità ci vuole una bella dose di coraggio!
Basti pensare soltanto a quello che accade ogni giorno lontano (ma neanche tanto) e vicino alle nostre vite: disuguaglianze, povertà, crisi, solitudini, guerre… Tutte sfide che ci interpellano e ci toccano in prima persona, perchè tutto quello che viviamo ci sta a cuore, poiché “il mondo non è una realtà nonostante la quale viviamo da cristiani, ma quella attraverso cui camminiamo verso Dio, che non è estraneo al mondo in cui ci ha donato di vivere” («Perché sia formato Cristo in voi», Progetto Formativo dell’Azione Cattolica Italiana).
Non a caso parlare di Responsabilità in AC significa parlare innanzitutto di una meta del percorso attraverso cui “formare coscienze laicali per l’oggi”, ma anche di uno stile attraverso cui vivere la nostra crescita personale e accompagnare quella di chi ci è affidato.
Non c’è infatti Responsabilità senza incontro ed è l’etimologia stessa della parola a indicarci questa strada: responsabilità deriva dal latino responsus, participio passato del verbo respondere, che significa rispondere. Non c’è responsabilità (risposta!) dunque senza una chiamata e non c’è chiamata senza un incontro.
La Responsabilità, quindi, è qualcosa che innanzitutto precede il nostro agire; è quel qualcosa che smuove ciò che ci abita nel profondo in qualsiasi stagione della vita, che interroga il nostro essere e ci spinge a scoprire per cosa siamo disposti a smuovere il cuore e la vita. Per ciascuno è la risposta ad una chiamata che ognuno porta dentro, è la risposta a domande come “qual è la strada che devo percorrere?”, “dov’è la mia fioritura come essere umano?”, “in cosa voglio spendere il mio talento?”.
Responsabilità è poi certamente ciò che segue ad un incontro avvenuto, la risposta ad una chiamata, appunto! È ciò che accade dopo quell’incontro che ci desta le grandi domande dell’esistenza, perchè infondo queste nascono dalle grandi provocazioni che viviamo e che nella vita ci fanno essere chiamati a… fare la nostra parte.
Questa propensione relazionale ad “essere chiamati”, si declina innanzitutto nel rispondere del dono che Dio ci ha fatto, come richiamato sempre all’interno del nostro Progetto Formativo: “siamo responsabili della vita che Egli ci ha dato, delle persone con cui siamo ogni giorno in relazione, del mondo affidato alle nostre mani, della città in cui viviamo, della comunità cristiana che sostiene il nostro cammino”.
Declinare la risposta di ciascuno nella propria quotidianità diventa quindi una bella sfida che non può prescindere dal “prendersi cura”, che è l’atteggiamento di chi sceglie di avere a cuore l’interesse di tutti e di ciascuno.
Da qui, dunque, l’invito a tutti noi ad allenare la dinamicità dello sguardo, a mettere insieme particolare e generale, ordinario e straordinario, dettaglio e orizzonte, vita personale e comunitaria, per non lasciare davvero indietro niente e nessuno.
Che sia questa la grande sfida che, ancora una volta, oggi ci attende?
Emilia Gaudio, neo-consigliera diocesana di Azione cattolica