Santa Gianna Beretta Molla si fa conoscere dai ragazzi attraverso il libro illustrato pubblicato da In Dialogo in occasione del Centenario della nascita. Sposa di Pietro Molla, madre di quattro figli, medico pediatra, si tratta di una figura molto interessante, che la Chiesa ha messo sugli altari proprio per indicare una strada moderna e molto concreta di santità, che passa attraverso gli impegni e le responsabilità della vita quotidiana.
«Quella di Gianna è la storia di una donna appassionata della vita, che ci racconta il segreto della felicità», ha scritto il presidente diocesano AC, Gianni Borsa, nell’introduzione al libro, che prosegue: «Da giovane è stata educatrice dei ragazzi in oratorio e nell’Azione Cattolica, ha assistito i poveri seguendo gli insegnamenti di san Francesco imparati in famiglia. Poi ha scelto di diventare medico pediatra: lavorava senza sosta, e in molti casi anche gratis, per aiutare le famiglie bisognose.
Amava la montagna, con le distese dei prati e le piste da sci innevate, ballare, andare a teatro e ai concerti. La vita per lei era un’avventura meravigliosa, da godere pienamente e di cui ringraziare ogni giorno il Signore».
Nessuna impresa “eccezionale”, ma una decisa passione per il proprio lavoro, con la capacità di dedicarsi agli altri, senza trascurare gli impegni familiari e l’attenzione premurosa al marito e ai figli: sono queste le “virtù” che contraddistinguono la santità
della dottoressa originaria di Magenta (Milano), vissuta tra Ponte Nuovo e Mesero, dove esercitava la professione e dove sorge il Santuario diocesano della famiglia a lei dedicato.
La sua intera esistenza, fin dagli anni della gioventù, è stata segnata dalla passione per le cose belle e da una dedizione incondizionata alla cura della vita: sono questi gli aspetti della giovane donna che hanno fatto innamorare l’ingegner Pietro Molla, che Gianna ha sposato nella Basilica di San Martino di Magenta il 24 settembre 1955. Dalla loro felice unione sono nati quattro figli: tutte gravidanze faticose per la mamma, che durante l’ultima è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico di asportazione di un fibroma uterino. Un passaggio che provocherà conseguenze fatali all’indomani del parto cesareo resosi necessario per far nascere la sua bimba.
Nel raccontare la sua storia, Maria Teresa Antognazza – autrice del libro illustrato da Maria Silva (In dialogo, pagine 80, euro 8,50) – ha posto l’accento proprio sulla capacità della santa milanese di dedicarsi anima e corpo, con entusiasmo, a ciascuno degli impegni che la vita le ha messo dinanzi nel corso dell’esistenza. Morta poco prima di compiere 40 anni, per una complicanza post operatoria, Gianna viene celebrata in quest’anno dedicato al Centenario della nascita (4 ottobre 1922) sottolineando tre aspetti del suo messaggio: la gioia che nasce dal vivere secondo il Vangelo, l’intensità di un’esistenza spesa al servizio degli altri, la capacità di restare fedele fino alla fine alle scelte compiute e ai valori incarnati, anche a costo di mettere la vita della sua creatura davanti alla propria.
«Raccontare la sua storia anche ai più piccoli, attraverso questo libro di In Dialogo è importante – conclude Gianni Borsa – , perché anche noi, grandi e piccoli, impariamo a gioire per i doni ricevuti e a donare amore a piene mani».