All’inizio di questo nuovo anno associativo, come settore giovani, abbiamo individuato alcune macro-questioni che vorremmo mettere al centro delle nostre riflessioni, in modo da farci interrogare e guidare nel nostro impegno di responsabili, consiglieri, soci.
Il filo conduttore tematico che ci accompagnerà nel cammino dell’anno, in occasione del Giubileo 2025, sarà la speranza.
Senso identitario e di appartenenza
Cosa significa per i giovani fare parte dell’Azione Cattolica? Ci accorgiamo che la partecipazione alle iniziative AC, come è naturale e legittimo che sia, per molti giovani è legata soprattutto alla presenza di un gruppo di amici o all’interesse per gli specifici temi proposti. Ma, oltre a questo, c’è di più? C’è un valore e un significato più profondo nel ritrovarsi come giovani di AC? Cosa ci identifica? Quali sono i nostri tratti distintivi? Qual è il modo diverso di vivere la fede che ci proponiamo? Cosa distingue una proposta di AC dalle altre? Cosa ci permette di riconoscerci parte di una stessa associazione, che esiste in tutta Italia e abita realtà completamente diverse?
Vorremmo provare a rispondere collettivamente a questi interrogativi e arrivare ad avere maggiore consapevolezza in questa direzione.
Spiritualità
Vorremmo curare maggiormente la dimensione spirituale all’interno dei nostri percorsi e iniziative. Le riflessioni e gli approfondimenti tematici ci ingaggiano molto, ma a volte trascuriamo la componente spirituale, relegandola alle pratiche convenzionali e abitudinarie. La spiritualità dei giovani, invece, è in costante trasformazione e ci chiediamo se abbiamo davvero gli strumenti adatti per pensare e gestire momenti di preghiera, o anche più in generale, per rileggere la vita e gli argomenti alla luce della Parola. Molti giovani sono alla ricerca di un’esperienza spirituale nuova: come AC, sappiamo coltivare e accompagnare questa ricerca? Di quali risorse potremmo avere bisogno?
Formazione
La formazione rimane una priorità per i giovani di AC. In particolare, vorremmo investire maggiormente nella formazione dei formatori (educatori, responsabili, membri delle sezioni…). Crediamo che la qualità delle iniziative risieda principalmente nella preparazione e nella cura educativa di chi le pensa, le realizza e le gestisce in prima persona. Per mantenere questa qualità alta, vorremmo creare più occasioni di formazione e confronto, per metterci in discussione, acquisire maggiori competenze e sperimentare degli strumenti necessari per affrontare un ruolo educativo e di responsabilità.
Sostenibilità
In linea con quanto scritto nel documento assembleare diocesano e nazionale, durante quest’anno e quelli a venire, ci vogliamo impegnare affinché le nostre iniziative siano inclusive, anche a livello economico. In un mondo dove tutto è in aumento, vogliamo fare uno sforzo per mantenere accessibili i costi delle nostre proposte anche a giovani e famiglie con reddito basso, cosicché la preziosa e curata azione formativa e culturale si possa mantenere capillare e non elitaria.
Alleanze – interne ed esterne
Ci rendiamo conto di quanto sia fondamentale, soprattutto per i responsabili, ampliare lo sguardo al di fuori dei propri gruppi/ambienti, mettersi in dialogo con gli altri e lavorare sempre all’insegna di una migliore collaborazione, sia tra le varie sezioni all’interno di AC, sia con soggetti esterni all’associazione. In particolare, per quanto riguarda le alleanze interne, vorremmo incoraggiare una maggiore collaborazione e un miglior coordinamento tra la sezione giovanissimi e l’ACS, differenziati nelle iniziative da tematiche e approcci, ma accomunati dall’obiettivo di raggiungere e prendersi cura di uno stesso “target”.
Per quanto riguarda le alleanze esterne, vorremmo curare maggiormente il rapporto con la FUCI, e inserirci più efficacemente all’interno di reti e tavole rotonde che riuniscono le associazioni giovanili di stampo cattolico presenti sul territorio della diocesi (PG, FOM, ACLI, Agesci…).
Attenzione al territorio
Vorremmo ripensare un po’ la presenza di AC sul territorio della diocesi e, in particolare, rinnovare e potenziare il percorso ACmove, attualmente unico aggancio al territorio del settore giovani. Anche per quanto riguarda la fascia dei giovani (20-30) vorremmo pensare a come l’AC possa essere maggiormente presente laddove i percorsi di pastorale giovanile vengono a mancare e i giovani cercano stimoli nuovi.
Cura dei passaggi
I momenti di passaggio da un settore all’altro e da una sezione all’altra sono, da sempre, i momenti di maggiore dispersione. Per questo ci vogliamo impegnare per accompagnare di più soprattutto i 14enni che entrano a far parte dei giovanissimi e i 19enni che entrano a far parte dei giovani, per favorire una maggiore continuità nel percorso all’interno dell’associazione.
In particolare, vorremmo dedicare un’attenzione specifica ai neo-giovani che iniziano a seguire il cammino del settore. Desideriamo che ciascuno si senta accolto e ingaggiato, e che l’essere giovani in AC non sia unicamente legato al ruolo di responsabilità che potrebbe essere assunto negli anni successivi. Per questo vorremmo pensare ad alcuni incontri dedicati ai 19enni, ma a aperti a tutti i giovani che vogliano interrogarsi su questo tema.