“A distanza di mezzo secolo, risalta con crescente attualità la statura di colei che veniva chiamata Sorella Maggiore della Gioventù Femminile di Azione Cattolica” (Giovanni Paolo II)
Nel 2004 Maria Dutto (per due mandati responsabile diocesana dell’Azione Cattolica ambrosiana e fondatrice, con Marisa Sfondrini, del Gruppo Promozione Donna) scrisse un contributo su “Ida la Sorella Maggiore”. Il volume di trenta pagine è pubblicato dalla casa editrice AVE, non più ristampato, merita una segnalazione. Se pur modesto di pagine il libro di Maria Dutto traccia una sintesi della vita di fede di Armida Barelli, donna forte, intrepida, coraggiosa e profetica anche per l’oggi.
In poche pagine Maria Dutto si concentra magistralmente su alcuni aspetti della “Sorella Maggiore” che arricchiscono la strada della sua beatificazione: dare dignità alla donna, promuovere la presenza delle donne nella chiesa e nella società. Sin da giovanissima Maria Dutto si iscrive alla Gioventù Femminile fondata da Armida Barelli nel 1919. All’epoca è una proposta rivoluzionaria che attesta quanto “l’intuizione della Barelli –dice Maria Dutto – seppe rompere gli schemi in cui le donne erano costrette” a vivere nella chiesa e nella società. Eucaristia, Apostolato ed Eroismo era l’affascinante trinomio coniato dalla Barelli. Una proposta di fede che “cercavamo di vivere – continua Maria Dutto – anche se le nostre famiglie ci rimproveravano di essere sempre fuori casa. Confrontandoci, specie con le nostre mamme, dimostravamo che cambiava anche il nostro tipo di vita”.
La nascita di Gioventù Femminile diventa un faro di riferimento importante che si muove contro corrente, sia per le donne del sud che del nord dell’Italia. Un “uscire dalle sacrestie” come auspicava il cardinale Andrea Ferrari. A suo modo una scheggia di profezia che anticipa il Concilio Vaticano II. A differenza dei precedenti, nella storia della chiesa il Concilio Vaticano II (1963 – 1965) non ha un carattere dogmatico, ma pastorale; cioè di come ripensare la chiesa nel mondo, non fuori o lontano da esso. L’indirizzo pastorale è quello di un suggestivo ribaltamento (la primavera conciliare) dove la Parola deve stare in mano a tutti, non solo ai sacerdoti e religiosi, ma anche ai laici e alle laiche.
“La proposta della Gioventù Femminile –continua Maria Dutto – fu accolta con entusiasmo da migliaia e migliaia di ragazze in tutta Italia”. Di fatto diventa una pietra miliare verso la promozione della donna nella Chiesa e nella società. […] Gli Assistenti spirituali della Gioventù Femminile formarono una generazione di donne preparate spiritualmente, culturalmente e umanamente ad assumere responsabilità nella Chiesa e nel mondo”. Il contributo di Armida Barelli alla promozione della donna è stato fondamentale nella storia pastorale della Chiesa locale e universale.
“Il primo “corso di propaganda” (allora si chiamavano così le scuole di formazione) che chiamò a raccolta le giovani donne cattoliche di Milano nel lontano 1919 e che vide stipata la sala dell’Arcivescovado, fu impostato sulla “questione sociale”. Era una novità assoluta, un cambiamento di rotta nella formazione delle giovani e fu davvero un successo”. Bisogna ricordare che il clima storico della Barelli vede l’emancipazione culturale e sociale delle donne che si organizzavano attorno ai primi movimenti del femminismo. Anche in ambito cattolico spuntavano timide e sconosciute avanguardie. Sull’esempio di Armida Barelli “le donne del Nord –precisa Maria Dutto – e soprattutto quelle del Sud, non abituate ad uscire di casa, si buttano nell’azione, rompendo schemi rigidi a cui la cultura le aveva assoggettate. La Barelli insegna loro a stare davanti alle autorità civili e religiose con dignità, vincendo timidezze e paure. Senza presunzioni e disobbedienze, ma con la forza dettata dalla consapevolezza della necessità di percorrere strade nuove nell’educazione, nell’annuncio del Vangelo, nella carità […] Abituate da secoli a “sussurrare” e a parlare solo all’interno delle loro case, ora le giovani si cimentano, nelle nascenti associazioni e nei gruppi, a tenere lezioni, arrivano a parlare nelle Chiese e nelle piazze. “Niente leggere, niente imparare a memoria”, dirà la Barelli, che per tutti era diventata la “Sorella Maggiore”, ma parlare “convinte per convincere”. Ragazze motivate che “partono la domenica, – conclude Maria Dutto – a piedi, in bicicletta, in treno per raggiungere città e paesi, per incontrare altre giovani desiderose di conoscere le nuove prospettive che la Gioventù Femminile intende offrire”. E’ una rivoluzione pacifica che troverà le donne disposte, nell’immediato dopoguerra (negli anni Cinquanta), ai compiti sociali e politici a cui verranno chiamate”. Una di queste strade nuove verrà intuita, sperimentata per oltre quarant’anni, proprio da Maria Dutto con l’esperienza del Gruppo Promozione Donna nato nel 1972 ma ancora carico di profezia nel solco tracciato dalla beata Armida Barelli.
Silvio Mengotto