Scrivere la storia di Armida Barelli, perché fosse interessante per i ragazzi, è stata una bella sfida!
Certo, un punto a mio favore sono gli splendidi disegni di un grande illustratore come Bruno Dolif, che certamente molti conoscono per le strisce sulla rivista dei chierichetti «Fiaccolina».
Quella di questa donna, vissuta a cavallo di due secoli, l’Otto e il Novecento, è una storia che mi ha sempre affascinato e da cui sono stata personalmente molto ispirata quando ho iniziato la mia responsabilità in Azione Cattolica. I libri ‒ proprio le edizioni originali, con le pagine ingiallite dal tempo, alcune ancora da separare col tagliacarte! ‒ mi sono stati regalati dalla nonna materna, Rosetta Premazzi, pioniera dell’impegno associativo, che mi ha decisamente avviato su questa strada con il suo esempio e la sua grande forza. Così, ho “divorato” le pagine scritte dalla Barelli ne La sorella maggiore racconta, e poi ho conosciuto ancora meglio la sua figura dall’appassionata biografia di Maria Sticco.
La sua storia, dunque, mi è entrata nel cuore e da allora l’ho avuto cara. Di Ida ‒ com’era affettuosamente chiamata in famiglia ‒ mi hanno sempre affascinato la creatività, la decisione nei messaggi che rivolgeva alle ragazze, la passione instancabile che trasmetteva con le sue parole, la forza di fronte alle avversità, il coraggio di aprire strade nuove, che parevano impossibili. Ricordo le pagine sottolineate, capaci di suggerire anche a me, pur così lontana nel tempo, idee e pensieri per i giovani e le giovani che incontravo in diocesi. La Barelli è stata decisamente una “sorella maggiore” e credo che la sua storia possa dare molti spunti positivi ancora oggi, a una Chiesa che deve imparare a credere sempre di più nella forza delle ragazze e delle donne.
Maria Teresa Antognazza, in famiglia Gegia
Maria Teresa Antognazza ha raccontato le vicende della nuova beata nel libretto per ragazzi Armida Barelli (In dialogo, pp. 88, euro 8,50), con i disegni di Bruno Dolif.
Un “gigante” della fede e, insieme, una donna moderna e coraggiosa, capace di sfidare e superare i pregiudizi del proprio tempo, che con la sua passione e determinazione ha impresso un cambiamento profondo nella Chiesa e nella società, a cavallo fra Ottocento e Novecento. Rispondendo alle sollecitazioni degli arcivescovi di Milano e del Papa dell’epoca, ha portato generazioni di donne e di ragazze al centro della scena ecclesiale e civile, spingendole a incontrarsi, a scegliere il proprio destino, a “uscire” dalle proprie consuetudini per diventare lievito fecondo nei propri ambienti. Nasceva così la Gioventù Femminile di Azione Cattolica, che spinta dalle parole e dall’esempio della “sorella maggiore” avrebbe attraversato i decenni, mettendo il genio femminile al centro dei cambiamenti in atto.
Con la stessa forza d’animo, avrebbe accolto il sogno di fondare la prima università dei cattolici italiani, dandole vita e gambe per camminare, insieme a un piccolo gruppo di uomini visionari, da padre Agostino Gemelli a Ludovico Necchi, a Francesco Olgiati.
Armida Barelli, proclamata beata a Milano il prossimo 30 aprile 2022, insieme a don Mario Ciceri, è raccontata ai ragazzi, ai giovani e agli adulti in due nuovi libri, nati dalla feconda collaborazione tra l’editore della diocesi di Milano e l’Azione Cattolica ambrosiana.
