L’Ac della zona di Melegnano ha aderito al comitato “Ponti di Pace”. Ecco il comunicato stampa in cui si annunciano le ragioni della sua costituzione.
Perché un comitato “Ponti di pace”?
I crescenti venti di guerra, la proliferazione delle armi e l’economia del profitto incrementano il clima di insicurezza e destano grande preoccupazione per la convivenza pacifica dei popoli.
In questo contesto ci sembra indispensabile istituire un Comitato territoriale per la pace, che rappresenti un segno tangibile della volontà di interrogarsi in merito alla complessità delle cause e impegnarsi nella costruzione di percorsi di consapevolezza su questo tema.
Il nascente Comitato accoglie al suo interno diverse realtà operanti in questo senso: sostegno ai poveri, accoglienza migranti, tutela dei diritti delle donne e lotta alla criminalità organizzata per citarne solo alcuni …
Non vogliamo essere relegati ad un ruolo di testimonianza marginale e strumentalizzata, ma riteniamo sia necessario affermare un modo di intendere la convivenza pacifica che poggi su due pilastri: la giustizia sociale e la salvaguardia del pianeta.
Riteniamo infatti che una società come la nostra, in cui la precarietà lavorativa imperversa e il solco delle disuguaglianze si approfondisce generi una crescente conflittualità sociale che pone seri ostacoli alla costruzione della pace.
La tutela dell’ambiente è altrettanto importante poiché le risorse come l’aria, l’acqua, le specie vegetali e animali non sono inesauribili ma, spesso e purtroppo, sono state considerate senza fine e prive di valore. In particolare, negli ultimi cento anni, abbiamo consumato troppe risorse, inquinato, disboscato e alterato il clima. Tutto ciò ha danneggiato sia l’ambiente naturale che la nostra salute.
Le politiche di investimento necessarie a garantire la giustizia sociale e della salvaguardia del pianeta vengono sacrificate sull’altare della sicurezza e della difesa armata.
A questo scopo si investono ingenti risorse per la costruzione di armi letali e per rafforzare gli eserciti. I fondi sono insufficienti per contrastare la precarietà lavorativa, i cambiamenti climatici, promuovere l’educazione giovanile, assicurare il diritto alla salute e un lavoro dignitoso.
Il principio della sicurezza dovrebbe fondarsi su una società di cura della persona, con particolare attenzione alle fasce più deboli (disabili, minori, disoccupati, vittime dell’illegalità e dello sfruttamento ecc.) e le politiche di investimento dovrebbero tendere a riqualificare i servizi pubblici e universali necessari a rafforzare i diritti sociali, ridurre le disuguaglianze e le disparità di genere.
Risulta necessario unire allo sforzo politico l’impegno a liberarci dalla cultura dell’individualismo, della
competizione selvaggia, dello sfruttamento e dello scarto, nonché il contrasto a qualunque forma di sopraffazione nelle relazioni di genere. Solo così potremo assicurare un futuro alle istituzioni democratiche e ai valori universali che sono indispensabili per affrontare le sfide planetarie che incombono.
La salvaguardia di questi principi è espressa chiaramente all’interno della nostra Costituzione (art. 2 e 3), nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (art. 25), nell’Agenda 2030 e nel Rapporto dell’Unesco “Reimmaginare i nostri futuri insieme”.
Riteniamo inoltre importante citare la Risoluzione ONU 1325/2000 “Donne, pace e sicurezza” che riafferma l’importante ruolo delle donne nella prevenzione dei conflitti e nei processi di pace.
La storia ci ha testimoniato che una convivenza pacifica è possibile e altamente produttiva. Si pensi alla nascita e allo sviluppo dell’Unione europea, creata allo scopo di prevenire lo scoppio di un altro conflitto dopo la Seconda guerra mondiale. Senza la lungimiranza e l’impegno dei leader europei di quegli anni non godremmo della pace e relativa stabilità.
Paesi come la Sierra Leone e il Sud Africa testimoniano inoltre la possibilità di costruire percorsi di riconciliazione per una pacifica convivenza post-bellica.
Il rafforzamento della società civile, la promozione del pluralismo politico, la lotta alla corruzione e la
creazione di piani efficienti per lo sviluppo economico sono fattori fondamentali per prevenire lo scoppio di ulteriori conflitti.
La guerra non rappresenta mai una soluzione poiché genera sofferenza, morte e distanze. La violenza non può essere intesa come l’unica risposta delle controversie e degli interessi opposti. Le vie per la pace vanno ricercate quotidianamente nelle relazioni interpersonali e richiedono, sul piano politico, il riconoscimento della sacralità della vita umana.
Ribadiamo quindi la nostra preoccupazione per le politiche di riarmo internazionale contrarie al principio di non violenza sancito nella nostra Costituzione (art 11: “«L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali») e condividiamo l’appello di Papa Francesco: “Servono dialogo, negoziati, ascolto, abilità e creatività diplomatica, e una politica lungimirante capace di costruire un sistema di convivenza che non sia basato sul potere delle armi”.
Il Comitato intende concretamente favorire una maggiore conoscenza e informazione sul tema della pace e i modi per tutelarla tramite il nostro impegno ad aiutare le fasce più deboli, la promozione dei diritti sociali e la salvaguardia dei principi di giustizia sociale nei nostri territori.
Se condividi il nostro impegno e desideri unirti al Comitato, ti invitiamo a sottoscrivere il presente documento e aiutarci a porre le basi per costituire un Comitato per la pace che dia vita ad un network territoriale che favorisca:
- Conoscenza e formazione: lo studio e la formazione sono necessari per educarsi ai valori della pace a partire dalle relazioni quotidiane per poterla reclamare a livello internazionale;
- Promozione e partecipazione: avviare due/tre iniziative all’anno che coinvolgono la cittadinanza e in particolare i giovani su questo tema. A questo scopo è necessario sviluppare un linguaggio adatto alle sensibilità che impegni proattivamente i giovani (es. Servizio Civile);
- Denuncia: essere delle sentinelle sul territorio contro l’indifferenza e l’ingiustizia sociale.
“Pace e giustizia sono due facce della stessa medaglia”
(Dwight D. Eisenhower)
Le Associazioni Aderenti
- U.c.a.p.Te Onlus
- ACLI
- Azione Cattolica zona VI – Melegnano
- Caritas Ambrosiana
- A.N.P.I. Buccinasco
- A.N.P.I. Cesano Boscone
- A.N.P.I. Gaggiano Sezione “Resistere è vivere”
- Associazione culturale LiberaMente Corsico
- Associazione Mambre di Vigano Certosino
- Associazione Itaca Corsico
- Associazione Ventunesimodonna Corsico
- Ass.cult. “Le Voci del Naviglio” Trezzano/Gaggiano
- Cooperativa “Novella ‘73” Gaggiano
- Leo Lions Città Metropolitana di Milano
- Società di San Vincenzo de’Paoli