“La beatitudine che riconosciamo in Carla Fracci è questa ricchezza dell’animo, è la sua capacità di comunicare che è anche un invito a ingentilire gli animi nostri, a non cedere alla superficialità e alle apparenze, a perseverare nel coraggio dell’autenticità. Di tutto questo le siamo profondamente riconoscenti”. Mons. Gianni Zappa, parroco di San Marco e responsabile della Comunità pastorale “Paolo VI” a Milano, ha celebrato sabato scorso le esequie di Carla Fracci, “stella” mondiale della danza. Nella basilica milanese il marito Beppe Menegatti, il figlio Francesco, i nipoti, assieme alle autorità civili e a numerose e note figure dello spettacolo. L’omaggio della Scala ha confermato l’assoluto valore artistico e umano di Carla Fracci. “La accompagniamo fino alle soglie del mistero, fino a quel crinale che deve oltrepassare da sola. Di là la attende il Signore con le braccia aperte e la chiama per nome e la introduce nella città santa, la nuova Gerusalemme, la città di Dio”, ha affermato mons. Zappa nella toccante e commovente omelia.
“Chi più da vicino l’ha conosciuta, chi ha collaborato con lei, chi è stato colpito e affascinato dalla sua grazia, dalla sua leggerezza, ma anche dalla sua passione e dal coraggio che ha dimostrato fino alla fine, testimoni, racconti al Signore il bene che ha ricevuto. È questa la nostra preghiera che accompagna Carla Fracci, per i più intimi ‘Carlina’, all’incontro con il Signore: il racconto dei doni ricevuti, dei messaggi gentili percepiti attraverso una lingua che lei aveva saputo far diventare universale”.
“Noi osiamo immaginare – ha aggiunto don Gianni, già assistente generale dell’Azione cattolica ambrosiana – che la danza di Carla Fracci sui palcoscenici sia stata la punta espressiva della sua danza interiore, del suo legame e dialogo con il mistero della vita”.
Mons. Zappa ha poi citato le parole con cui l’arcivescovo Mario Delpini ha ricordato l’artista: “con l’arte della danza, leggera e ardua, Carla Fracci ha mostrato che il movimento del corpo può scrivere messaggi d’amore, storie di dolore, canti di preghiera”.
Don Gianni ha osservato: “La danza dell’animo, nel cuore della vita, ha generato in lei la capacità e la forza di esprimere l’eleganza e la bellezza del linguaggio del corpo, comunicazione e testimonianza preziosa e per molti aspetti esemplare per tutti noi”.
Carla Fracci, milanese “doc”, resterà un simbolo della città che le ha dato i natali; una città capace di esprimere lavoro, solidarietà, commerci, accoglienza, fede. Il volto bello della Milano che ora aggiunge Carla Fracci tra le sue figure di riferimento.