Una commemorazione ufficiale e, al contempo, un momento di commosso raccoglimento.
Sabato 20 maggio, al cimitero monumentale di Cesano Maderno, si è svolta l’inaugurazione di una lapide sulla tomba di Narciso Mangani, giovane dell’Azione cattolica, ucciso dai fascisti il 20 maggio 1923. Cento anni dopo, la targa posta sulla sua tomba, recita: “L’amministrazione comunale onora Narciso Mangani, primo martire cesanese vittima della violenza fascista”.
Alla cerimonia erano presenti il sindaco Giampiero Bocca, il presidente diocesano di Ac, Gianni Borsa, diversi assessori comunali, i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni d’arma, l’Anpi, i soci di Ac e alcuni cittadini.
È stato brevemente ricordato – da Fernando Bucchioni, che ha svolto una ricerca storica – il profilo biografico di Mangani, “ragazzo del 99” che aveva combattuto durante la prima guerra mondiale. Giunto a Cesano dalla originaria Sinalunga (Siena) per lavorare in una fabbrica della zona, partecipava attivamente alla vita dell’associazione. La mattina del 20 maggio del ’23, al termine di una processione mariana, si inaugurava lo stendardo dei Giovani di Ac (portato sabato scorso alla cerimonia). Nel pomeriggio un plotone di fascisti aggredisce un gruppo di cittadini: Narciso resta vittima di un colpo di rivoltella. Muore tra le braccia del parroco mentre gli impartisce l’estrema unzione.
La vicenda avrà un seguito processuale, ma nessuno risponderà mai dell’assassinio.
Narciso Mangani, uno dei primi martiri italiani della violenza fascista, è stato indicato, anche nelle parole del sindaco, come un esempio virtuoso di giovane colpito dalla violenza prevaricatrice. Ne rimane il ricordo, e l’esempio di un giovane che si era speso per la pace e per l’associazione sostenuto dalla fede cristiana.