Oltre un migliaio di persone alla camminata del 7 settembre promossa dal Coordinamento Associazioni, Movimenti e Gruppi al Gallaratese, conclusa da una Veglia con l’omelia dell’Arcivescovo.
I cortei sono giunti in chiesa camminando per circa un’ora in due gruppi separati: l’uno partito da via Ampezzo, nelle vicinanze del Consolato ucraino; l’altro da piazza Segesta, nella zona di quello russo. Un gesto altamente simbolico, come la data scelta, il 7 settembre, vigilia della Solennità della Natività di Maria e dell’inizio dell’anno pastorale ambrosiano, per un’iniziativa il cui successo è andato oltre le aspettative.
Una marcia fiduciosa, volti pieni di speranza all’imbrunire, in una città che si sorprende nel vedere tanti andare, cantare, pregare. Quando Mons. Delpini nell’omelia si interroga se il nostro anelito di pace sia insignificante, lo Spirito Santo ci offre già la risposta: il nostro andare, nella città, tra le genti, testimoniando dialogo, rispetto reciproco, amore contro ogni forma di morte, è la risposta, non siamo insignificanti. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio: e saremo fratelli e sorelle, in Pace. (Vincenzo di Legnano)
Sostenuta dalla Diocesi e promossa dal Coordinamento Associazioni, Movimenti e Gruppi – presenti, tra gli altri, i presidenti dell’Azione Cattolica ambrosiana Gianni Borsa, della Fraternità di Comunione e Liberazione Davide Prosperi, delle Acli milanesi Andrea Villa, e figure note della Comunità di Sant’Egidio come Giorgio del Zanna -, la camminata e la Veglia hanno visto la numerosissima partecipazione dei ministri e dei fedeli delle Confessioni aderenti al Consiglio delle Chiese cristiane di Milano.
La presenza numerosa del popolo cristiano di diverse confessioni è segno significativo del comune desiderio di pace, per i conflitti presenti in ogni parte del mondo. Al termine del cammino è iniziata la Veglia di preghiera scandita da alcune testimonianze. Mi hanno colpito in modo particolare alcuni contenuti. “Per costruire la pace basta fare una sola cosa :non uccidere. Ciò accade sul lavoro, nelle guerre, nella violenza contro le donne, nel non rispettare il creato e non rendersi conto dei cambiamenti climatici. Ci vuole più coraggio a fare la pace che a fare la guerra “. Mi ha colpito anche il forte richiamo alla preghiera fatta anche perché si convertano coloro che hanno iniziato la guerra, coloro che danno ordine di bombardare, di uccidere e di violentare. Tutti possiamo e dobbiamo essere piccoli artigiani di pace. L’arcivescovo Delpini ci ha invitati con forza ad essere operatori di pace, a praticare lo stile del vangelo, del piccolo seme gettato che germoglia, attraverso i gesti quotidiani di fraternità. Questo anche se ci sentiamo irrilevanti e insignificanti agli occhi di coloro che dovrebbero prendere decisioni di pace. (Alessandro, Cormano)