Care socie, cari soci, amiche e amici di Azione cattolica, in questi giorni di preparazione alla Pasqua ho avuto l’opportunità di partecipare a due momenti davvero toccanti, di quelli che inducono a riflettere, pregare e – al contempo – a guardare attorno a sé, per scoprire “angoli di umanità” che non sempre riusciamo a cogliere.
La prima occasione è stata la “Notte degli Ulivi”, proposta mercoledì 5 aprile dai Giovani dell’Ac. Un cammino da Crevenna all’Eremo San Salvatore, tanto caro alla nostra associazione, accompagnato da riflessioni e preghiere con testi del Vangelo e scritti di Charles de Foucauld. Il percorso si è poi concluso con l’Adorazione eucaristica nel cortile dell’Eremo: un momento di grande intensità, nel quale i numerosi giovani presenti si sono raccolti in preghiera per prepararsi al Triduo. Non è mancata una visita alla tomba di Giuseppe Lazzati, “limpido testimone e impareggiabile maestro” di fede e di vita laicale.
La seconda occasione è stata la Via Crucis, proposta dalla Chiesa del Luinese, assieme all’Ac, “lungo le strade della droga”, nei monti sopra Castelveccana. Una splendida area della nostra Lombardia, segnata però dalla forte presenza dello spaccio, e dove ha trovato la morte di recente uno spacciatore di origine nordafricana. La croce di Gesù ha trovato lassù un altro Golgota: si è pregato con lo sguardo a ogni umanità ferita, fragile, in attesa del Risorto e di una vita degna.
Negli stessi giorni il nostro Arcivescovo, mons. Mario Delpini, nelle celebrazioni in Duomo richiamava la comunità ambrosiana alla testimonianza del Vangelo per le vie della metropoli e di ogni nostra città e paese, sottolineando fra l’altro il ruolo determinante dei laici, chiamati a portare la speranza cristiana nell’esistenza di ogni giorno.
Confido di aver attraversato sensazioni forti, così pure ho visto la preghiera silenziosa e intensa dei giovani, la testimonianza di una comunità credente che sta nel mezzo delle sofferenze umane. Ho ascoltato un pastore che ha ricordato come Gesù stesso ha voluto vivere la Pasqua con i suoi amici nella città: “Non la casa amica di Betania, non la casa paterna di Nazareth, non la casa di Simone in Cafarnao. Gesù vuole celebrare la Pasqua in città, nella città contraddittoria dove si mescolano accoglienze generose e oscure trame di morte”. È “Ninive, la grande città” – con le sue case, i municipi, le fabbriche, le scuole, gli ospedali, gli oratori, i luoghi della cultura e del divertimento… – lo spazio e l’ambito della missione, anche della missione dell’Ac. Il terreno fecondo per una “Chiesa in uscita”, che può contare sulla presenza, certa e rassicurante, sulla verità eterna del Signore Risorto.
A tutti un caro augurio di serenità, per una santa Pasqua.
A presto!
Gianni Borsa