La prossima beatificazione di Armida Barelli non è solo un riconoscimento alla memoria ma offre indicazioni per il futuro. Il suo percorso è stato segnato da tante esperienze e personaggi, tra cui Padre Agostino Gemelli con cui condivise l’esperienza nell’ordine francescano secolare.
Una peculiarità comune a tante note figure. Ad esempio Robert Schuman, padre dell’Europa e tante personalità che hanno anche segnato l’Azione Cattolica quali: Mario Fani da cui nasce il primo progetto di AC, Giuseppe Dossetti, Piergiorgio La Pira e Carlo Carretto che muore nell’ eremo di san Girolamo a Spello martedì 4 ottobre 1988, festa del Santo del quale fu biografo.
San Francesco è popolarmente definito: il più santo degli italiani e il più italiano dei santi. Il processo storico che lo ha portato al patronato d’Italia inizia con il risorgimento dove si riscopre il Medioevo.
Giovanni Paolo II nella preghiera per l’Italia del 1994 scrisse: “Francesco fu dunque uomo di Chiesa, che visse in pieno questa triplice dimensione: coscienza del passato, apertura alle esigenze del presente, proiezione dinamica verso il futuro”. Nessun altro santo, come lui, ha cantato lodi di pace e di fratellanza universale fra tutti i figli di Dio divenendo apprezzato da tutte le confessioni religiose. Un santo quindi “globale” che ha superato le barriere del tempo, delle culture e tradizioni. Tuttavia va evitato il rischio della clericalizzazione e quindi giova ricordare che in primis fu un laico rivoluzionario, un contestatore della società’ e chiesa del suo tempo. Francesco pensò e agì da laico, sostiene la storica Chiara Frugoni che scrive: “non salì sul Monte Sinai, ma ricavò le sue convinzioni dapprima nelle intense e lunghe riflessioni da eremita, poi discutendone con i primi compagni”; “ebbe bisogno di molto tempo per ripensare alla propria vita, per decostruire tutto il passato nel quale aveva profuso energie e pensieri, smontandolo tassello per tassello”.
Francesco, non aveva intenzione di fondare un ordine ma di offrire una forma di vita a una fraternità laica, maschile e femminile (cosa rara e motivo di scandalo, per l’epoca).
Il lungo e travagliato consenso che ottenne dal Papa alla predicazione fu un viatico necessario ma sufficiente per cambiare totalmente la vita religiosa, quale da secoli si intendeva. Bergoglio, chiamato a rinnovare la Chiesa travolta da tanti scandali, non a caso lo ha preso a riferimento per indicare l’itinerario di conversione e cambiamenti necessari. Un cammino indicato nelle sue varie encicliche sino alla Laudato Si. Un percorso di rinnovata semplicità evangelica e umiltà per liberarci dalla prigionia dell’Io. Un richiamo forte e continuo alla carità verso il prossimo e alla pace che passa dal dialogo mondiale interreligioso. Un impegno per un nuovo umanesimo segnato dalla conversione ecologica umana integrale che recuperi il nesso tra uomo e natura. San Francesco giunge a noi con percorsi che si intrecciano con varie esperienze, fra cui appunto anche l’Azione Cattolica di cui à patrono, proclamato da Benedetto XV nel 1916.
Credo che questa antichi legami possano offrire opportunita’ di sguardi capaci di rileggere (come suggerisce il nuovo itinerario formativo) lo stile e missione dell’associazione oggi. Perche’ se e’ finita la cristianita’ (cioè quando leggi e istituzioni erano permeate dalla nostra religione) non lo e’ certo il cristianesimo. Il cammino sinodale e’ quindi l’occasione per mettere a fuoco il passaggio tra il passato e i nuovi processi da avviare. Essere uomini di Pace e fare bene il bene a chiunque e ovunque, coltivando lo spirito e le terre. Il Santo, dal passato, ci aiuta a interpretare il futuro.
Alberto Mattioli