Pubblicato dalle edizioni In dialogo, Padri. Istantanee dei mille volti della paternità è racconta con chiarezza e spontaneità l’esperienza della genitorialità paterna. Si tratta di una raccolta di sette testimonianze sui vari modi di essere “padre”. Ne parlano Basel Alsabbagh, Maurizio Ambrosini, Gabriele Baldassarri, Michele Diegoli, Simone Bosetti, Claudio Burgio e G. Guarnelli. Tra le altre storie c’è un padre che racconta della figlia, oramai adulta, che ha scelto di vivere in Iraq, un altro dell’autismo di cui soffre suo figlio, un altro ancora dell’affido o della separazione.
A Simone Bosetti, da tanti anni impegnato nella nostra associazione, dove è stato nello scorso triennio vicepresidente del settore Giovani, abbiamo chiesto di raccontarci la sua testimonianza. «Rispetto ad altre inserite nel volume, la mia è una storia di paternità normale, semplice», esordisce Simone. «Sono papà di Samuele (2 anni e mezzo), e in famiglia nasceranno tra poco due gemelli, Matteo ed Elisa. Racconto quindi la mia esperienza così sensazionale e ordinaria allo stesso tempo. La paternità che sto videndo io è come una scoperta in medias res, in itinere», continua Simone.
«Penso che ogni figlio abbia bisogno di conoscere gradualmente il proprio padre; è un percorso per tappe, non un attaccamento totale e immediato come nel caso della madre. La mia storia personale è stata attraversata, e lo è tutt’ora, da esaltazione e paura allo stesso tempo, proprio perché – ribadisco – la paternità unisce il comune al fuori dal comune. Ecco il messaggio che vorrei trasmettere con la mia testimonianza».
«Condividere il proprio essere padri», conclude Simone, «è stato necessario tanto quanto non scontato: la condivisione al femminile risulta più naturale e costante, eppure è emozionante riflettere su come ogni padre, sin dall’inizio di questa nuova storia, possa imparare a fare spazio, poco a poco, ad una relazione d’amore non più soltanto di coppia. Durante la gravidanza questo rapporto è ancora duale, si percepisce appagamento e insoddisfazione allo stesso tempo, perché si vorrebbe fare di più. Poi, dopo la nascita, arriva il quotidiano, e può toccare chiunque, non può far rimanere indifferenti. E qui ritorna il gioco continuo dell’amare e dell’essere amati».