Caterina Contini – 50 anni, traduttrice e catechista –, e suo marito Andrea Cassini – 48 anni, impiegato – abitano a Milano in zona Niguarda, e hanno tre figli: Gabriele, Michela e Raffaele (17, 15, 10 anni rispettivamente). Sono i responsabili diocesani della Commissione famiglia di Ac e ci raccontano la loro esperienza di vacanza a Santa Caterina Valfurva insieme al gruppo Famiglie di Azione cattolica negli anni scorsi.
Un appuntamento fisso
Un appuntamento estivo fisso
«Per noi questa settimana è diventato un appuntamento estivo ormai fisso, è da dieci anni che partecipiamo. La Commissione famiglia dell’associazione, di cui facciamo parte, prepara sempre con entusiasmo questa iniziativa, rendendola ogni volta nuova e appassionante. Ci sentiamo a casa quando varchiamo la soglia della casa La Benedicta», riportano Caterina e Andrea. E continuano: «Per quanto il luogo sia ospitale e confortevole, per quanto il paesaggio montano sia spettacolare, quello che cerchiamo veramente è un’esperienza di condivisione e di fede con le altre famiglie. Troviamo sia ottimale combinare un percorso spirituale e di approfondimento con il relax, il gioco e il divertimento e le passeggiate, che sia alla portata di tutti, tra adulti e bambini. È una settimana che ci offre il senso si vivere “da fratelli”, “in una famiglia di famiglie”».
Caterina e Andrea ribadiscono la nostalgia che si fa strada sul viaggio del ritorno perché si percepisce la qualità delle relazioni intercorse, e allo stesso tempo la ricchezza, che continua ad accompagnare ogni famiglia per il resto dell’anno. «Quotidianamente si regalano ai propri cari oggetti che si credono preziosi, quando in realtà non c’è nulla di più prezioso che una valida esperienza vissuta insieme, per giunta tessendo legami in un territorio più vasto, anche al di là della diocesi. Crediamo poi che un altro punto di forza della vacanza sia la possibilità per i genitori di ritagliarsi dei momenti di confronto grazie alla presenza di educatori che con passione si dedicano alle attività per bambini e adolescenti».
Concludono: «Non possiamo che apprezzare il clima che si crea, dove ogni famiglia trova un posto ed è accettata per ciò che è… Ci sono famiglie con figli in tenera età o con figli adolescenti, ci sono coppie senza figli e sposi novelli, a volte anche dei nonni. È una vacanza aperta a chi durante l’anno non riesce a seguire comodamente le attività e rivolta anche a chi altrove non potrebbe permettersi la stessa vacanza, così in un’ottica di solidarietà. Pensiamo, infine, sia un valore aggiunto poter vivere con creatività e aggregazione la vita in famiglia, che sia a tavola, durante i momenti di preghiera, dopo le gite o dopo i giochi… In un certo senso si riannoda anche il vissuto della famiglia, oltre che quello di una comunità, in chiave sia umana sia evangelica».
Francesca Bertuglia