Finalmente è arrivata la notizia che noi genitori aspettavamo. No, non riaprono le scuole. Ma abbiamo la certezza che non c’è correlazione tra la diffusione dei contagi e le lezioni in presenza. Lo ha definito con precisione un team di epidemiologi, medici, biologi, statistici dello IEO di Milano.
“La scuola è uno dei luoghi più sicuri rispetto alle possibilità di contagio” dicono.
Sarà un campione irrilevante – penseranno i maligni. E invece no. Lo studio ha incrociato i dati del Miur con quelli di Ats e della Protezione Civile, coprendo un campione del 97% delle scuole italiane.
Mentre questi scienziati realizzavano la loro indagine, tanti bambini, ragazzi e adolescenti si ammalavano. Ma come? Sono a casa, al sicuro! Certo, al sicuro dal contagio del Covid. Ma non al sicuro dai rischi evolutivi da un punto di vista educativo, relazionale e psicologico. Per lavoro mi capita tutti i giorni di parlare con operatori socio-sanitari: psicologi, psicoterapeuti, mediatori familiari, assistenti sociali… Li ascolto sempre con molta attenzione, cercando di far loro delle domande giuste per trasmettere il messaggio nel modo più chiaro possibile.
Mi ha colpito moltissimo una delle ultime interviste che ho fatto. Ho incontrato Sabrina Ornito, psicologa e psicoterapeuta di Fondazione Guzzetti, che mi ha raccontato come i danni provocati da tutte queste settimane di didattica a distanza siano indubbiamente maggiori rispetto a quelli che abbiamo evitato, lasciando a casa bambini e ragazzi. Volete un esempio? Disturbi del sonno: nei bambini sono aumentati gli incubi notturni e le paure, i risvegli e la fatica di addormentamento. Nello stesso momento sono arrivate nei consultori di Fondazione Guzzetti nuove domande di aiuto da preadolescenti, legate all’insorgere di disturbi alimentari, specie sul versante anoressico. A settembre 2020 – come Fondazione Guzzetti – abbiamo registrato molte problematiche e paure legate al rientro a scuola, fobie relative al ritorno in classe, al ricontattare i compagni e ad uscire dall’isolamento. La paura del contagio che contagia. Col tempo sono aumentati – soprattutto negli adolescenti – gesti di autolesionismo fino a ideazioni suicidarie più frequenti.
Abbiamo capito quanto sia importante andare a scuola ed apprendere, facendo esperienza quotidiana di vita sociale, emotiva, relazionale. Certamente andremo incontro a tante problematiche. Vedremo i nostri bambini costretti a imparare di nuovo come si gioca a calcio in un campo con altri coetanei. Faranno fatica a comprendere le proprie emozioni e ne risentiranno i rapporti di amicizia. Aumenterà l’analfabetismo funzionale e la capacità di leggere un testo e comprenderlo, per molti dei nostri adolescenti. Ma possiamo oggi ridurre la gravità di questi fenomeni, aprendo – oggi – le scuole. Così, solo così, permetteremo a bambini e ragazzi di iniziare quel processo di guarigione e cura che la loro psiche necessita, insieme a tutti gli adulti importanti per loro, che dovranno stare al loro fianco, senza lasciare mai la loro mano. Costi quel che costi.
Marta Valagussa