Pubblichiamo il documento assembleare votato dal Consiglio diocesano il 25 settembre 2023, rivisto e arricchito alla luce dei contributi giunti dalle assemblee territoriali, emendato e approvato dalla XVIII Assemblea diocesana l’11 febbraio 2024 presso l’Università Cattolica di Milano.
Testimoni di tutte le cose da Lui compiute
Fanne vita, Fanne amore
1. IL CONTESTO E IL CAMMINO
1.1 NEL CAMBIAMENTO D’EPOCA
Il tempo che ci è dato da vivere è carico di sfide, di novità, di splendide sorprese, di fatiche, di successi, di ostacoli.
Sarebbe bello – sostiene qualcuno – se il mondo funzionasse secondo i propri desideri, se la realtà si modellasse secondo gli interessi personali, se potessimo plasmare noi stessi la società e i comportamenti altrui. Tutto a proprio uso e consumo. Ma questa non sarebbe e non è la realtà. Come Papa Francesco ci ha ricordato: la realtà supera l’idea,
la realtà la trascende ed è sempre qualcosa di altro rispetto alle aspettative che ci costruiamo.
In un periodo come il nostro, che è a tutti gli effetti un cambiamento di epoca, non possiamo che metterci in ascolto delle trasformazioni dentro e fuori di noi, per capire come poter essere generativi, tenendo come orizzonte di senso l’amore di Cristo, che ci rende fratelli e sorelle e mette al centro l’altro.
In questo tempo di rapide e persino frastornanti trasformazioni che coinvolgono la Chiesa stessa in quanto istituzione anche noi dell’Azione Cattolica Ambrosiana vogliamo metterci in gioco e “fare la nostra parte” al meglio, confidando in un cambiamento e rinnovamento che avvenga attingendo alla missione e vocazione che ci sono proprie.
Il cambiamento d’epoca come ci chiama in causa? Quale la presenza del laico cristiano nella società di oggi? Quale futuro intravediamo per l’Associazione che si sente costantemente interpellata dalla semina del Vangelo?
1.2 INDICAZIONI E PUNTI FERMI
Nel triennio associativo passato, abbiamo cercato di ascoltare il contesto in cui viviamo, le comunità cristiane e il vissuto di ogni persona che il Signore ci ha messo accanto. Ci siamo anche lasciati interrogare dalla cultura e dalla società nelle quali siamo inseriti e, a partire da qui, abbiamo provato a immaginare l’Ac di domani: fedele al Vangelo, vicina all’esistenza quotidiana, capace di immaginare – e di osare – il futuro.
Il Consiglio diocesano si è fatto carico di questo percorso di riflessione che abbiamo chiamato “Essere e fare Ac nel tempo nuovo”.
La “Chiesa in uscita” indicata da Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium ha segnato questo nostro cammino, così come quello dell’Azione Cattolica nazionale, attualizzando gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, suggerendo uno “stile” di presenza cristiana rispondente al tempo nuovo.
«La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia»[2]. La testimonianza dei discepoli-missionari[3] () necessita oggi di questa gioia che, sola, può essere attrattiva, vera, capace di aprire i cuori al bene.
Ci siamo ritrovati nelle indicazioni del nostro Arcivescovo Mario, contenute nella proposta pastorale per l’anno 2023-24, Viviamo di una vita ricevuta. In particolare, leggiamo: «Proprio perché ci siamo scoperti amati da Dio, sentiamo di avere un debito di amore gli uni verso gli altri. Ci sentiamo chiamati a restituire umanità a tutte le persone che si vedono private delle condizioni più elementari di vita. Restituire umanità piena è fecondo anche per tutta la comunità, non solo per gli ultimi, ma anche per i primi: perché crea legami sociali, scioglie nodi e conflitti latenti, restituisce responsabilità verso la propria comunità, offre dignità piena ai singoli e alle comunità stesse. La riconoscenza, che è alla base della vita intesa come vocazione, è anche la sorgente della nostra carità»[4].
1.3 «NON CI ARDEVA FORSE IL CUORE…?»
La vita non è una corsa, è un sentiero. La fede cristiana non è una formula, è una luce. La speranza non è un sogno, ma il segno tangibile di un amore concretamente offerto senza misura. L’Azione Cattolica vuole stare, ancora, dalla parte della vita, della fede e della speranza.
Sono emersi, da questi tre anni di lavoro, tre verbi che raccontano dello stile dell’Associazione: pregare, pensare, appassionarsi. Verbi che desideriamo declinare nella vita di ogni giorno: per esempio in famiglia, a scuola, nel lavoro, nell’impegno socio-politico, nel volontariato e nella cultura, nella comunicazione, nell’arte, nello sport. Ogni momento dell’esistenza è propizio per una gioiosa, intelligente, virtuosa e generosa semina di buon grano!
Siamo persuasi che per costruire il bene siano più che mai necessari un pregare fiducioso, un pensare nutrito e dialogante con un’attenzione specifica per ogni età e condizione, una capacità di appassionarsi per appassionare al bene, al buono, al giusto, al bello.
Risuonano così le parole dei due discepoli di Emmaus che, dopo aver camminato con Gesù, sulla via del ritorno a Gerusalemme si confidano: «Non ci ardeva forse il cuore…?». Discepoli-missionari e testimoni appassionati: l’incontro personale con Gesù, che spezza il pane con loro e per loro, cambia la vita!
Siamo quindi consapevoli e convinti della necessità di continuare ad assicurare una presenza laicale aggregata nella nostra Chiesa e nella società come forma organizzata e visibile di testimonianza cristiana. In questo senso riaffermiamo il valore delle proposte associative di ieri – molte delle quali assunte dalla stessa Diocesi e tuttora proposte alla Chiesa ambrosiana – e di oggi.
Il prezioso servizio che i soci di Azione Cattolica svolgono nelle parrocchie e nelle comunità pastorali, nella società civile, il riconosciuto valore di iniziative formative e spirituali che contribuiscono a costruire coscienze credenti mature e responsabili che si mettono a servizio della comunità ecclesiale e civile in ogni forma, meritano – a nostro avviso – adeguato e sempre più convinto sostegno da parte della Diocesi.
Il nostro servizio si esprime nel cercare e offrire una visione sulla vita e la fede, facendo nostri i gemiti e le gioie della contemporaneità, sensibili e preoccupati della situazione ecclesiale, e proprio per questo spinti a cercare una rigenerazione associativa, per il bene delle nuove generazioni.
2. ESSERE E FARE AC: identità, missione, dimensioni
2.1 PERCHÉ SIAMO DI AC
La nostra IDENTITÀ
Riconosciamo e confermiamo la bellezza e l’importanza di essere credenti riuniti in «un’associazione che vive pienamente nel mondo e si lascia interrogare dagli avvenimenti piccoli e grandi della vita», impegnandoci a essere «lievito capace di sperimentare e generare nuove modalità di incontro, partecipazione ed inclusione»[5].
Riconosciamo in questa appartenenza e in questo cammino associativo «una strada buona per essere felici»[6].
Ci mettiamo volentieri in ascolto delle domande di ogni sorella e fratello perché ci interessa ogni dimensione dell’umanità e crediamo che l’incontro con tutte le sue fragilità possa convertire il nostro cuore a collaborare con tutti per edificare comunità civili ed ecclesiali.
2.2 PER UNA CHIESA CAPACE DI RINNOVARSI
La nostra MISSIONE
In questo momento storico e in questo tempo di Chiesa rinnoviamo la scelta associativa, riconoscendovi una grande ricchezza per la vita personale di ciascuno e per la costruzione di una comunità ecclesiale e civile fondata su relazioni fraterne, nella cura reciproca della vita e della fede di ogni persona che vive accanto a noi, a partire da ciascuno. Insieme, come associazione, e collaborando con le realtà formative, educative, caritative e sociali, ci impegniamo a dar vita a segni di Chiesa fraterna e “in uscita”.
Scegliamo di mettere al centro gli ultimi e i poveri, impegnandoci a renderli partecipi e protagonisti di una comunità cristiana che sia realmente casa di «tutti, tutti, tutti!», nessuno escluso, come ha esortato Papa Francesco alla Giornata mondiale della gioventù di Lisbona.
Insieme, come gruppi di Azione Cattolica locali, ci impegniamo a pensare e sperimentare modalità nuove e adatte a questo tempo per edificare una comunità originale, dinamica, accogliente e alleata con le energie positive del territorio.
2.3 CRISTIANI APPASSIONATI
Le tre DIMENSIONI del laico di AC
Appassionarsi
Scegliamo di continuare ad operare nella Chiesa, comunità di tutti i battezzati, coltivando la passione evangelizzatrice che ci porta a cercare strade e linguaggi, progetti creativi e luoghi nuovi per vivere il Vangelo ed esercitare la carità, che si esprime concretamente nell’impegno di custodire/coltivare, partecipare all’azione creatrice di un mondo vivibile per tutti, anche per le generazioni future. Scegliamo di dare qualità ai nostri momenti di fraternità, perché l’incontro sia una festa capace di appassionarci all’esperienza associativa.
Pregare
Per questo mettiamo al centro la dimensione contemplativa della vita, coltivando una spiritualità radicata nell’incontro della vita con la Parola, ritrovando il gusto e la profondità della relazione intima con Dio custodita nel silenzio e sorretta da una regola di vita declinata nelle varie età e condizioni esistenziali di ciascuno. L’incontro con Gesù Eucarestia ci apre ad un’esperienza vitale di Cristo condivisa nella comunità.
Pensare
Desideriamo curare una formazione associativa che consenta di interpretare il tempo presente con senso critico; che apra al confronto con tutti sui temi che interessano il dibattito sociale, politico ed ecclesiale attuale, creando spazi di dialogo e di pensiero aperti al territorio. Desideriamo promuovere e raccogliere le domande e le questioni cruciali inascoltate e difficili nel dibattito dentro le nostre realtà, sia diocesane che territoriali. Ci impegniamo poi a progettare i passi opportuni per generare azioni a favore del bene comune.
3. LE SCELTE
3.1 DIMENSIONE CONTEMPLATIVA DELLA VITA
Ritorno all’essenziale: fede e vita
Avvertiamo l’urgenza di tornare sempre alla sorgente della Parola di Dio per leggere la vita, per nutrirla di senso e per una costante rigenerazione spirituale del quotidiano e delle sue incombenze. Per questo coltiviamo spazi di silenzio, formuliamo la nostra personale regola di vita, offriamo luoghi e tempi per la meditazione e la condivisione spirituale, valorizzando il metodo della lectio divina e l’esperienza dei Gruppi di Ascolto della Parola.
Desideriamo trovare nuovi spazi dove fare esperienza di spiritualità in fraternità condivisa, allargando le iniziative a tutti coloro che fanno parte delle nostre comunità, anche di altre associazioni, specialmente a chi è impegnato nella trasmissione della fede.
3.2 COSTRUIAMO LA CHIESA VIVENDO L’ESPERIENZA ASSOCIATIVA
Associazioni e Gruppi locali
Diamo il nostro contributo alla costruzione della Chiesa attraverso l’esperienza delle associazioni e dei gruppi locali di Azione Cattolica, espressione organizzata di fraternità, che rappresentano sul territorio un luogo creativo e dinamico dove “pensare la Chiesa”, in cui ciascuno ha qualcosa da dire all’altro, e dove ci si educa alla corresponsabilità.
Rapporto centro-periferia
Per questo abbiamo a cuore la vitalità dei gruppi locali: essi sono sostenuti, nutriti e incoraggiati dal Centro Diocesano con una proposta formativa e spirituale, affinché siano lievito efficace per nuove comunità attraverso l’elaborazione di progetti e obiettivi condivisi e maturati in ascolto e dialogo con il proprio territorio, trovando il modo di aiutarsi reciprocamente.
Percorsi formativi
Progettiamo percorsi formativi capaci di sostenere la crescita della coscienza credente a partire dal metodo Vita-Parola-Vita, in relazione alle età e alle condizioni esistenziali di ciascuno, utilizzando modalità e strumenti adeguati, valorizzando le opportunità offerte dalla tecnologia per agevolare la partecipazione di tutti.
Poniamo particolare attenzione perché l’ACR diventi l’occasione per far vivere con gioia e protagonismo l’esperienza della fede e della Chiesa ai bambini e ai ragazzi.
Approfondiamo temi e apriamo filoni di riflessione che riguardano il vissuto, gli snodi principali della vita e gli ambienti in cui siamo chiamati a portare la nostra testimonianza: affettività, relazioni, vocazione, con particolare attenzione a famiglia, scuola, mondo del lavoro, politica, cura del creato e nuove tecnologie.
Risorse e sostenibilità
Per sostenere la vita associativa in tutti i suoi aspetti e le sue forme, ci impegniamo a reperire e utilizzare al meglio le risorse provenienti dal tesseramento – che vogliamo incoraggiare e valorizzare – e a raccogliere fondi attraverso la partecipazione a bandi, mediante sovvenzioni provenienti da Fondazioni, Enti pubblici e privati e attraverso la proposta dei lasciti testamentari.
Ci impegniamo perché le nostre iniziative siano realmente inclusive, anche a livello economico. In un mondo in cui il consumismo è padrone e tutto è in aumento, ci impegniamo per mantenere accessibili i costi delle nostre proposte anche a persone e famiglie con reddito basso, cosicché la nostra preziosissima e curata azione formativa e culturale si mantenga capillare e non elitaria.
3.3 AL SERVIZIO DI COMUNITÀ NUOVE
Assumiamo in modo rinnovato il compito di contribuire a costruire le comunità ecclesiali, raccogliendo le fatiche emerse dal tempo della pandemia e le provocazioni del tempo presente, per dar vita a una Chiesa locale che in parole, gesti, riti e percorsi sappia parlare ai ragazzi, ai giovani, agli adulti e agli anziani di oggi.
Continuiamo a dare il nostro contributo nei Consigli Pastorali e nelle Diaconie, lavorando affinché siano sempre più luoghi di condivisione e di crescita della corresponsabilità nei processi decisionali e nella formulazione dei cammini comunitari.
Condividiamo e assumiamo il cammino di Chiesa che si interroga sulla sinodalità, continuando a lavorare insieme alle sorelle e ai fratelli, ai presbiteri e al nostro Vescovo, ponendoci come protagonisti di un vero cambiamento di passo e di prospettiva con creatività e coraggio. In particolare, condividiamo e sosteniamo il percorso delle Assemblee Sinodali Decanali, che continueremo ad accompagnare sul versante della formazione, favorendo la piena responsabilità di tutti i battezzati, il raggiungimento di una piena appartenenza ecclesiale e la partecipazione delle donne nei processi decisionali della Chiesa.
Ci dedichiamo alla comunità ecclesiale e civile del nostro territorio, come associazione diocesana e nella forma dei gruppi locali di Azione Cattolica, per dar vita a esperienze concrete di fraternità, prendendoci cura delle nostre e altrui fragilità, incontrando i nuovi bisogni, e valorizzando tutte le esperienze e le diversità.
Ci preoccupiamo di portare una testimonianza concreta e di elaborare un pensiero significativo da condividere con tutti negli ambienti e nei contesti in cui si esprime e si costruisce la comunità: nella scuola, nel lavoro, nella politica. Il nostro operare in tali contesti sarà consapevolmente improntato ai valori espressi dalla Carta Costituzionale, e a principi di legalità e ricerca del bene comune.
Ci sembra importante, come stile di Chiesa, che la responsabilità sia condivisa sempre, così da preservare la ricchezza della complessità del pensiero e sostenere chi si mette a servizio delle comunità.
Sosteniamo e incoraggiamo, in particolare, chi vive la testimonianza cristiana e incarna la propria appartenenza e la visione associativa nell’impegno politico e in altre forme di impegno sociale.
3.4 ATTIVI NEL TERRITORIO
Costruiamo reti e alleanze
Ci interessa lavorare in alleanza con tutti quelli che hanno a cuore la vita della propria comunità, in un dialogo fermo e aperto, senza preclusioni e senza preconcetti, sapendo riconoscere i germi di bene ovunque si manifestino. Vogliamo abbattere muri, aprire strade e gettare ponti per ridare fiducia e visione di futuro alle donne e agli uomini nostri vicini di casa. La scelta del confronto e dell’ascolto deve consolidarsi in uno stile maturo e comunitario. Sosteniamo alleanze, quindi, con le associazioni territoriali che pratichino l’inclusione e la carità.
Ripartiamo dalle sfide più urgenti: i giovani e i poveri
Vogliamo costruire la Chiesa insieme – ragazzi, giovani e adulti – con approccio inclusivo e intergenerazionale, dando ascolto alle necessità e alle idee anche di quei giovani che faticano a sentirsi a casa nella Chiesa e che difficilmente riusciamo a raggiungere. In particolare, ci preme considerare le persone più giovani come protagoniste non del futuro, ma del presente della Chiesa. Per questo ci impegniamo a camminare fianco a fianco nell’elaborare e sperimentare modi nuovi e originali di vivere la fede, le relazioni e la fraternità e affinché realmente possiamo insieme divenire «imprenditori di sogni» come auspicato da Papa Francesco (GMG di Lisbona).
Ci facciamo compagni di strada dei poveri, non solo in senso materiale ma anche spirituale ed esistenziale, favorendo la loro inclusione nella comunità, ascoltando la loro voce, offrendo calore, vicinanza, sostegno concreto.
Offriamo oasi di pensiero e di dibattito
Ci sentiamo interpellati da tutte le questioni cruciali del nostro tempo, fra cui: la pace, la giustizia sociale, l’accoglienza dei migranti nella prospettiva di formare nuovi cittadini, l’educazione, i diritti individuali e collettivi, l’emergenza climatica, l’intelligenza artificiale.
Vogliamo immaginare e offrire a tutti luoghi di pensiero che, nella complessità contemporanea, riescano a traghettare verso nuove prospettive, che siano punti di osservazione e di comprensione profonda della realtà. Ci alleniamo con costanza nella capacità di accoglienza delle diversità, per accorciare le distanze, vivere l’ascolto come primo passo dell’azione, creare circolarità di pensiero sia all’interno dell’associazione sia verso l’esterno, evitando ogni deriva verso un “pensiero unico”.
Per fare questo ci impegniamo a studiare il Magistero della Chiesa per poter offrire un contributo maturo, per essere lievito e fermento della realtà sociale e culturale con la novità della proposta cristiana.
Progettiamo azioni innovative e creative
Scegliamo di mantenere nel nostro nome la parola “Azione” perché desideriamo essere protagonisti del cambiamento applicando il metodo sinodale già suggerito dal Cardinale Martini, seguendo un approccio che parta dall’ascolto e dall’approfondimento della realtà in tutte le sue sfaccettature, che passi per una presa di coscienza circa le risorse personali e comunitarie da poter mettere in campo e che culmini in un’assunzione di responsabilità, passando all’azione.
Approvato dalla XVIII Assemblea diocesana dell’Azione Cattolica Ambrosiana
Milano – 11 febbraio 2024
[2] EG, 1
[3] EG, 119-121
[4] “Viviamo di una vita ricevuta” – Lettera pastorale 2023-2024, capitolo I, paragrafo “La vita nella sua verità è vocazione”
[5] cfr. Appendice al documento assembleare 2020, 22 giugno 2020
[6] M. Truffelli, intervento al Consiglio Diocesano del 1/3/2021