Il 7 Ottobre si è tenuto l’incontro con i presidenti e responsabili dell’Azione cattolica ambrosiana per avviare il cammino assembleare che porterà l’associazione al rinnovo delle cariche a tutti i livelli fino all’Assemblea diocesana dell’11 Febbraio 2024. Qui di seguito riportiamo le parole che il presidente Gianni Borsa ha rivolto ai responsabili.
Quando cammino per strada mi piace osservare le persone. I volti e le espressioni, le movenze, le direzioni che assumono, i movimenti delle mani, dove dirigono lo sguardo. Ciascuno fatto a modo suo. Ognuno immerso nei propri pensieri, in chiacchiere… sempre più spesso nello smartphone. E mi chiedo: che cosa muove quella persona, quali progetti e sogni coltiva, quali pensieri la preoccupano, quali affetti la sostengono? È al centro di affetti? Ha famiglia, amici? Come considera le persone attorno a sé? E nella sua vita c’è un Dio? In cosa crede? Alza lo sguardo al Cielo? Cerca un senso all’esistenza?
E mi domando ancora: a quella persona, l’AC cosa potrebbe dare? Cosa potrebbe proporle? O chiederle?
Nascono due piste di riflessione.
La prima: Gesù certamente parla alla vita di quella persona.
La seconda: la vita di quella persona parla alla comunità cristiana?
Da cristiani e da soci di AC queste domande ce le dovremmo porre con serena insistenza.
È questo che intendo dire quando parlo di priorità alla CURA DELLE PERSONE. Questo dovrebbe essere – in questa fase della nostra storia, in questo contesto ambrosiano – il primo impegno dell’Azione Cattolica; ed è la prima verifica per sapere se l’associazione è viva.
Io, noi, mettiamo al centro della nostra vita, e dell’impegno in AC, il comandamento che ci ha lasciato il Signore? Il comandamento double face letto nel Vangelo di domenica a Messa: ama Dio e ama il tuo prossimo come te stesso.
Non credo di andare fuori tema rispetto all’incontro di oggi. Il nostro essere qui, il nostro vivere nella Chiesa e impegnarci in AC va ricondotto sempre a questo punto.
Dunque condivido con voi una sensazione – sulla quale mi auguro una vostra verifica – maturata in questi tre anni e nei quasi 70 incontri con gruppi territoriali di Ac, partecipando – ad esempio – a Lectio decanali, ad appuntamenti culturali o caritativi realizzati dai nostri gruppi di AC, stando in mezzo a un gruppo dei nostri ragazzi coi loro genitori, ai giovani fuori sede, ai soci più anziani, oppure salendo in estate di Santa Caterina: quando c’è la cura delle persone, il gruppo, il settore, sono vivaci, attrattivi, aperti al futuro. Quando – i responsabili per primi – sono spenti, scoraggiati, pigri, eccessivamente prudenti nelle proposte, il gruppo di AC non entusiasma nessuno.
ENTUSIASMO
Ecco che – oltre alla cura di ogni persona – raccomanderei in questo avvio di Cammino assembleare tanto ENTUSIASMO. Coltiviamo l’entusiasmo con la preghiera, con la formazione. Restiamo appassionati – in primis del Vangelo! – e semmai torniamo ad appassionarci. Perché solo così sapremo appassionare altri al Vangelo, alla Chiesa e persino all’AC.
Nel compito che ci attende – la conferma delle responsabilità o la ricerca di nuovi responsabili – domandiamoci onestamente: io sono entusiasta? E quell’amica o amico che intravvedo come mio possibile successore nella responsabilità associativa, è un entusiasta?
Le persone spente, i soci sfiduciati, i cristiani tiepidi non faranno crescere l’AC né l’aiuteranno a seminare parole e gesti di Vangelo.
Ho visto coi miei occhi gruppi di AC che, indipendentemente da numeri ed età media, hanno il “cuore ardente”, come i discepoli di Emmaus. Amici che colgono il bello di questo tempo di semina, trasmettendo gioia, voglia di stare insieme. Lasciando intravvedere, oltre sé, quel Signore che vuol bene e percorre con noi le strade della vita.
Il nostro primo compito, come responsabili a vario titolo di questa associazione è trasmettere amicizia, fiducia, la bellezza del credere, la gioia di sentirsi Chiesa missionaria.
DEFINIRE L’AC NEL TEMPO NUOVO
Un anno fa ci siamo ritrovati a Giussano, per aggiornarci sui percorsi associativi, per fare il punto su “Essere e fare AC nel tempo nuovo”, per condividere i risultati raggiunti in quel momento, racchiusi nel tre verbi Pregare, Pensare, Appassionarsi.
Allora abbiamo provato a tratteggiare alcuni ELEMENTI PER DEFINIRE UNA AC nel tempo nuovo:
-L’associazione come proposta (risposta comunitaria) per tenere insieme le dimensioni della vita;
-L’unitarietà e il collante delle generazioni come ricchezza. Sentendo che affrontiamo insieme le sfide e procediamo nella stessa direzione;
-Guardare ai “cercatori di Dio”, anche fuori dagli ambienti ecclesiali. Perché non basta incrociare la vita, occorre incontrare la vita;
-Non tagliar fuori nessuno dalla proposta di AC solo perché fatica a stare dentro i nostri ritmi, al passo coi nostri incontri. Occorre evitare di creare in Ac gruppi autoreferenziali e poco inclusivi.
Anche per questo, il Cammino assembleare può fornire l’opportunità per:
-Rimodellare, e se occorre, semplificare i messaggi
-Utilizzare tutti i linguaggi e i nuovi strumenti per formazione e comunicazione
-Verificare la struttura e il modello associativo, semplificando laddove occorre
-Abbracciare la vocazione originaria laicale dell’AC, profilo necessario e attualissimo, promuovendo la vita dei laici nei grandi crocevia della società (famiglia, lavoro, scuola, volontariato, politica…)
RILANCIARE LA VITA ASSOCIATIVA
Oggi, rispetto a un anno fa, abbiamo elementi in più su cui riflettere, dialogare, aggiustare il tiro, rilanciare la vita associativa.
- La BOZZA DI DOCUMENTO ASSEMBLEARE che il Consiglio diocesano ha prodotto vorrebbe essere un aiuto per stimolare il dibattito, per animare le nostre assemblee territoriali, per progettare percorsi e iniziative sui rispettivi territori e così dare anche un contributo di idee e di esperienza e di proposte in vista dell’Assemblea diocesana dell’11 febbraio e del prossimo triennio.
- Il BILANCIO DI MISSIONE vorrebbe invece essere una fotografia della nostra AC di oggi, ma soprattutto uno strumento per verificare ciò che funziona, ciò che possiamo fare meglio, quello che dobbiamo cambiare, e soprattutto quello che intendiamo fare e che non abbiamo mai fatto. Anche così possiamo scoprire quei crocevia, tra vita quotidiana e proposta di fede, nei quali farci trovare come AC pronti e propositivi.
- Inoltre oggi ci saranno suggerite alcune PROPOSTE ASSOCIATIVE ORIGINALI (come l’AC International) e dedicheremo un po’ di tempo a gruppi di lavoro, per arricchirci reciprocamente e sostenerci nell’impegno che ci attende.
IL CAMMINO ASSEMBLEARE
Infine qualche parola specifica sul Cammino assembleare:
-AL CENTRO CI SIA IL SIGNORE, con il suo dono di amore per ognuno di noi e per l’umanità tutta intera. Possiamo essere – pur nel nostro piccolo – segni di questo dono, del Gesù Risorto che è con noi tutti i giorni, che chiede qualche momento di preghiera, di silenzio e di ascolto per poterci parlare. Perché Gesù ci parla sempre.
-Questa certezza suggerisce e alimenta una SEQUELA PERSONALE E COMUNITARIA; e ci deve impegnare affinché nella Chiesa ci sia posto per tutti. Perché nessuno, proprio nessuno, si senta escluso o dimenticato, nella Chiesa come in AC. È compito primario di ogni responsabile di AC aver cura – come abbiamo appena detto – di ogni persona, di ogni amico, di ogni socio.
-La sequela implica poi MISSIONARIETÀ (discepoli-missionari, EG) che noi decliniamo e viviamo anche nella forma associativa.
Per questo Cammino assembleare mi sembra importanti sottolineare tre caratteristiche:
- DINAMISMO: una AC al passo coi tempi che cambiamo (tempi della vita, cambiamenti nel pensiero e nei costumi, linguaggi in rapida trasformazione; modi nuovi e diversi di vivere la dimensione spirituale e il richiamo alla trascendenza);
- DEMOCRAZIA: è il nostro modo di stare insieme, di favorire il confronto, di decidere ruoli e responsabilità, di rispettare regole, di promuovere diritti e doveri. Da noi nessuno è più uguale degli altri. Semmai chi ha una responsabilità associativa si senta per primo chiamato a servire, a costruire rapporti cordiali all’interno dell’AC, della propria Chiesa locale, della propria città;
- RESPONSABILITÀ:
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- In AC la responsabilità non sia intesa solo come un impegno gravoso da ricoprire o qualcosa “da fare”, ma interpretata come un’occasione per testimoniare il Vangelo e per crescere insieme: nella fede, nelle relazioni, nella stessa responsabilità (al termine del triennio domandarsi: sono cresciuto come persona e come cristiano?)
- Responsabilità significa poi saper trasmettere con gioia il senso del servizio e la custodia del bene associativo
- Ogni responsabile di AC promuova e per primo dimostri una partecipazione collaborante nelle nostre comunità/parrocchie, curando anche rapporti cordiali e collaborativi con i sacerdoti
Il Cammino assembleare, dalle parrocchie fino al livello diocesano e poi regionale e nazionale, sia capace di:
-MOBILITARE tutti i soci e tutta l’Associazione
-DI ANDARE OLTRE l’Associazione, coinvolgendo le nostre comunità e mostrando alle nostre città e alla Chiesa diocesana che l’AC c’è, ed è al servizio del bene, della costruzione della Chiesa e della società civile, con attenzioni specifiche alla vita dei laici.
Abbiamo davanti mesi impegnativi e opportunità gigantesche per fare cose buone.
Stiamo uniti, facciamoci guidare dalla Parola di Dio, mettiamo in gioco mente e cuore.
Ci accompagnino Gianna Beretta Molla, Armida Barelli, don Mario Ciceri, Giuseppe Lazzati, Maria Dutto e i tanti amici di AC che certamente ci guardano dall’alto con simpatia!