La vacanza itinerante in Puglia dedicata agli Adulti soci di Ac si è conclusa da poco. Ci riferiscono che sono state giornate ricche di bellezza, di testimonianze umane e spirituali meritevoli di ascolto, di luoghi da visitare con piacere. Andiamo a scoprire i dettagli da Silvia Mariana – proveniente da Lecco, insegnante di scuola primaria, prima socia della diocesi di Como, ora ambrosiana – tra i partecipanti.
«È stato un viaggio coinvolgente, e il fatto che numericamente fossimo poco più di venti ha aiutato all’interno del gruppo, per conoscerci meglio e confrontarci. Il cuore della vacanza sono state in particolare tre testimonianze in luoghi caratteristici della regione», esordisce Silvia. «In primo luogo Taranto, dove abbiamo conosciuto don Antonio Panico (vicario episcopale per la Pastorale sociale, per il lavoro e la giustizia) e Vincenzo Fornaro, un contadino. Ci hanno raccontato il legame complesso della loro terra con la questione Ilva, l’acciaieria. Ascoltare il loro vissuto in prima persona non è stato come leggere un articolo di giornale: dalle loro parole traspariva la fatica, ma allo stesso tempo la scelta di non arrendersi di fronte alle difficoltà. Il signor Vincenzo ha dovuto chiudere la sua attività di agricoltura e allevamento a causa della diossina, così si è reinventato. Ha deciso di non abbandonare Taranto, e la sua masseria è stata riconvertita in un centro ippico e in posto adibito alla coltivazione della canapa, assolutamente utile perché è in grado di assorbire la diossina dal terreno». Taranto, infatti, da tempo immemore è spaccata a metà, tra il diritto al lavoro e il diritto alla salute. Comitati vari lavorano costantemente per trovare un equilibrio, per giungere a soluzioni e compromessi. Continua Silvia, «Nel centro storico della città abbiamo anche incontrato la sezione locale di Azione cattolica, che con noi è stata molto accogliente, e che ci ha riportato la sua esperienza attiva a livello comunitario, e anche di sensibilizzazione sociale. Ad esempio, il prossimo ottobre ci sarà una tavola di lavoro di laici per la Pastorale sociale e il lavoro, cui parteciperà anche Ac».
Il secondo incontro significativo per il gruppo è stato a Otranto, con il senatore democristiano Giorgio De Giuseppe, ormai ultranovantenne ma estremamente lucido nell’offrire la sua testimonianza su Aldo Moro. De Giuseppe infatti aveva avuto modo di conoscere Moro sin da bambino, come studente, al di là di quella che sarebbe stata la sua carriera politica futura. «Ha raccontato molti aneddoti della biografia, estrapolati dalla sua memoria. È stato toccante il ricordo del sequestro, la fine della storia. Lo ha descritto come un uomo profondamente ancorato alla realtà ma allo stesso dalla forte spinta verso l’alto, con una profonda dimensione spirituale. Moro possedeva carisma e libertà di coscienza – continua Silvia – e proprio per questo a volte è stato lasciato solo, senza essere compreso dalla Chiesa e dalla Politica del suo tempo, per il suo essere controcorrente. Come ha riportato il senatore, Moro non voleva contrapposizione, ma un dialogo con l’altro, con il diverso anche».
Il viaggio itinerante si è concluso con la visita alla tomba di don Tonino Bello, nel paesino di Alessano, nel leccese. Prosegue la nostra testimone, «la disposizione della tomba è davvero particolare, è un cerchio che invita le persone come ad abbracciare lo stesso don Tonino, all’ombra di un albero d’ulivo. Nonostante fossimo una ventina di persone, il silenzio che si respirava sul luogo era eloquente, vivo. Abbiamo avuto modo di conoscere uno dei fratelli del don e due persone che lo hanno conosciuto mentre erano adolescenti. Ne è derivato un ritratto della sua figura ricco di naturalezza e spontaneità nella fede, come se tutto fosse semplice. Non ha avuto paura di prendere scelte controcorrente, anche per tutelare i suoi ragazzi».
Anche se don Cristiano non ha potuto accompagnare il gruppo di partecipanti, Silvia ringrazia a nome di tutti i sacerdoti incontrati lungo il cammino, durante le varie tappe – ugualmente una presenza spirituale per le celebrazioni quotidiane e un accompagnamento gradito. E termina così: «Abbiamo respirato sempre una bella atmosfera, ricca di accoglienza (anche di buon cibo e buona pasticceria! – ride), e la visita dei centri storici grazie alle guide è stata degna di nota. Speriamo anche in un futuro prossimo di poter approfondire le diverse tematiche sociali e spirituali emerse qui in Puglia».
Francesca Bertuglia