Beati gli operatori di pace, perché erediteranno la terra.
Sono una trentina di ragazzi – tra i sedici e i diciannove anni, in aggiunta qualche studente universitario – che frequentano l’Ac da diverso tempo. Alcuni hanno partecipato insieme al campo estivo di Santa Caterina, altri provengono dal gruppo di Monticello (in provincia di Lecco). Guidati dall’educatrice Elisabetta Fumagalli, lo scorso settembre si sono radunati proprio presso l’oratorio di Monticello, e in un weekend hanno dato vita al video-progetto intitolato Pace, sola igiene del mondo. Il caso Afghanistan e la bancarotta dell’Occidente.
Ci riporta la sua testimonianza Asia Pavanello, tra i partecipanti: «Elisabetta ci ha accompagnato a Santa Caterina la scorsa estate ed è anche educatrice proprio a Monticello. Un suo professore universitario aveva scritto una poesia sull’Afghanistan, e così le ha chiesto se potesse promuovere la realizzazione di un video insieme a un gruppo di studenti come noi». E prosegue: «Ci avevano consigliato di concentrarti sul Manifesto di Marinetti del Futurismo La sola igiene del mondo, e a partire da questo abbiamo cercato di sensibilizzare la situazione attuale in Afghanistan».
I ragazzi hanno lavorato al progetto per un due giorni, fermandosi a dormire all’oratorio. «Ci siamo sentiti catapultati in un altro mondo, un mondo che abbiamo sempre pensato non ci appartenesse. Un mondo come quello dell’Afghanistan, di Kabul può sembrare così lontano, eppure noi ne facciamo parte e ciò che possiamo fare è molto più di quanto crediamo». Prosegue la ragazza, portavoce del gruppo: «Dopo aver analizzato insieme attraverso testi e testimonianze la situazione insostenibile che le persone in Afghanistan stanno affrontando, abbiamo riflettuto a lungo, dando vita ad un video che rispecchiasse totalmente ciò che la guerra, la violenza stanno provocando nel mondo. Per fare questo abbiamo utilizzato articoli di giornali, fotografie di dipinti da Kabul, annodando il tutto sulla rete del campo da calcio».
Ribadiscono, «Questa vicenda di attualità ha scatenato in noi la voglia di agire, di fare del bene, di far sentire al mondo il nostro aiuto. Vorremmo riuscire a trasmettere ai giovani come noi, come tutti i ragazzi che hanno partecipato a questa esperienza, la curiosità, l’interesse verso culture e mondi di vivere differenti dai nostri, perché possano aprire gli occhi. Non diamo le spalle a ciò che è diverso da noi. Perché il nostro aiuto può essere prezioso, la nostra attenzione fondamentale».
“La ragione per cui l’umanità continua ad essere viva, invece che scomparire totalmente, è il fatto che esiste gente che ha il fuoco dentro.” «Abbiamo avuto modo di ascoltare l’Arcivescovo Mario Delpini, e con queste sue parole ci ha dato speranza e ci ha permesso di riflettere sulle potenzialità di ciascuno: quel fuoco dentro può fare grandi cose davvero».
E concludono «Abbiamo realizzato questo progetto col sorriso sulle labbra e con complicità, ci siamo sentiti un po’ come “operatori di pace”, e speriamo solo di essere ispirazione per altri».
Cliccate qui, per visualizzare il video integrale:
Francesca Bertuglia