«Siate uomini e donne di Giovanni 15!». Con queste parole mons. Delpini, arcivescovo di Milano, si è rivolto domenica scorsa ai soci e alle socie di Azione Cattolica, riunite per la XVIII assemblea diocesana elettiva preso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Riferendosi al capitolo 15esimo del vangelo di Giovanni, Delpini ha sottolineato come gli uomini e le donne di AC si radunino intorno a Gesù e stiano assieme perché scelti/e direttamente da Lui, perché lo hanno incontrato e ascoltato e quindi si sono decisi a stare a stretto contatto con la sua persona e il suo modo di vivere, di pensare, di pregare.
Le persone di AC decidono di servire la Chiesa per docilità, non per protagonismo; si riuniscono e «stanno insieme non per realizzare un progetto, non per dare forma a un’organizzazione, ma perché vogliono restare attaccati a Gesù».
Cristiani e cristiane che vogliono ascoltare le confidenze di Gesù, che «praticano il pensiero non come un percorso solitario ma come un dialogo fecondo con Gesù», interloquendo con Lui, ponendogli domande; gli uomini e le donne di Azione Cattolica si confrontano con tutti, con pensieri e visioni divergenti, con le trasformazioni e i cambiamenti provocati dal progresso tecnologico, ricercando e trovando in tutto questo un criterio di giudizio di cui conoscono la scaturigine, e cioè lo stesso pensiero e le stesse parole vissute di Gesù. Le persone iscritte all’AC non si spaventano di fronte alle inimicizie e alle ostilità; vivono provando a praticare l’insegnamento di Gesù, il comandamento dell’amore, di «amarsi gli uni gli altri come lui ha amato».
Ancora, gli uomini e le donne di AC «si associano, si organizzano, scrivono documenti, stendono calendari, progetti, si danno da fare secondo le responsabilità a cui sono chiamati, non si sottraggono ai ruoli e agli adempimenti che competono loro, anzi si collocano là dove la Chiesa trova nuove vie nella sinodalità».
La gente di Azione Cattolica è consapevole che il modello da imitare sia Gesù e il principio di qualsiasi testimonianza valida e concreta ha il proprio principio proprio nel restare attaccati a Gesù.
I soci e le socie di AC, uomini appassionati della realtà che li circonda, testimoniano concretamente la gioia possibile qui e ora, nel tempo che è dato loro da vivere, considerando la laicità come luogo di santità e cifra di un impegno a favore di tutti e di ciascuno, per costruire il bene comune.
In famiglia, al lavoro, in ogni ambiente di vita che frequentano, le persone di AC custodiscono e irradiano la gioia. Ecco, conclude monsignor Delpini, «come auguro che si caratterizzi l’Azione Cattolica. Perciò, quando incontrate l’Arcivescovo, dite “sono un uomo, una donna di Giovanni 15” e io capirò».
Alberto Ratti