Vivere una settimana estiva a Santa Caterina Valfurva con l’Acr è un’avventura indimenticabile sia per i ragazzi che per gli educatori. Un’avventura che l’Azione cattolica ambrosiana spera di tornare a riproporre già la prossima estate. Tanti turni sono già sold out, scopri in quali settimane ci sono ancora posti disponibili qui.
Ma perché l’estate con l’Acr può essere un’esperienza indimenticabile che aiuta a crescere? Cosi rispondono Filippo e Rebecca, 14 anni, del gruppo della parrocchia San Vigilio di Calco, nel Lecchese, che hanno partecipato negli scorsi anni a una proposta estiva dell’Acr a Santa Caterina: «È stata un’esperienza unica, eravamo in vacanza senza genitori ma con educatori molto simpatici e ogni giorno ci sembrava di vivere un’avventura diversa. Non servono altre parole, per capire come sia Santa Caterina, bisogna andarci di persona!».
Sono d’accordo altri loro coetanei dello stesso gruppo: Chiara, Cristina e Tommaso. «Abbiamo portato a casa nuove amicizie e nuovi valori. È stato divertente pregare cantando e giocando, ed era divertente alzarsi ogni mattina con le canzoni diffuse dalle casse… Abbiamo imparato a collaborare nelle attività pratiche, e insomma, avremmo voluto durasse di più!».
Anche Marta e Noemi,12 e 9 anni, sorelle di Monza, si esprimono così sulla vacanza: «È stata un’esperienza fantastica, divertente, che ha permesso di conoscere tanti bambini e ragazzi, ed è importante a quest’età rompere il ghiaccio nelle relazioni con gli altri». Entrambe sperano di poter tornare presto a vivere un’altra esperienza di comunità del genere, e portare a casa tanta felicità nel cuore, grandi sorrisi e nuovi modi di vedere quello che hanno intorno.
Stefano Scognamiglio, vent’anni, di Calco in provincia di Lecco, invece è andato a Santa Caterina da educatore dell’Acr nel 2019. «Non ho avuto dubbi nel dare immediatamente la mia disponibilità per accompagnare i bambini, appena ricevuta la proposta dalla mia parrocchia», racconta. «Memore dei diversi campi estivi quando io stesso ero bambino, ho voluto provare a stare “dall’altra parte”. Ho avuto la sensazione che il viaggio d’andata e di ritorno in pullman fossero un po’ la metafora dell’intera esperienza: mi sono reso conto del “potere magico” di quella settimana, di quanto fosse importante il contatto umano con i ragazzi, anche se solo per pochi giorni». Stefano è un aspirante artista: studia Musical all’Accademia Bsmt di Bologna, e così prosegue il racconto di Santa Caterina: «Durante il tragitto d’andata regnava la timidezza, mentre il ritorno è stato una festa. Tornando indietro con la memoria, non vorrei nemmeno trascurare le riunioni organizzative con gli altri educatori, che sono state una sorta di banco di prova in cui mettere in gioco condivisione, creatività e ascolto. Anche per me, Santa Caterina è assolutamente da consigliare, ogni educatore di Azione cattolica dovrebbe provare almeno una volta ad andarci: è un momento prezioso di crescita personale e di confronto, perché accanto si trovano persone con diverse esperienze alle spalle, e insieme si impara a gestire una molteplicità di situazioni. Se ne esce anche più capaci, per mettersi anche altrove a servizio degli altri».
Francesca Bertuglia