In occasione della 17esima Giornata del creato, il 3 settembre pomeriggio l’Azione Cattolica decanato Gallarate, la Comunità pastorale Paolo VI (Lonate-Ferno), associazione Viva Via Gaggio e Legambiente, hanno organizzato una camminata per la salvaguardia del creato lungo la antica strada del Gaggio e nella brughiera minacciata dal Master Plan 2035.
Il percorso è stato di circa 3,5 km, con partenza dal parcheggio del Centro parco ex Dogana Austroungarica a Tornavento.
Una camminata per la salvaguardia del creato lungo la strada del Gaggio
Il primo incontro è stato con Chiara Zambon, responsabile decanale di Azione Cattolica che ha portato il suo saluto da parte di tutta la Azione Cattolica e ha sottolineato l’importanza di questa camminata e la collaborazione con le altre realtà di zona che curano il rispetto dell’ambiente con le quali ci siamo trovati per organizzare il pomeriggio.
Ha partecipato e portato il suo contributo Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia la quale esponendo la propria esperienza in quello che è la cura del creato, ha dato sostegno e invitato a replicare iniziative come queste, per diffondere la cultura e la sensibilità verso la protezione dell’ambiente.
Con in mano un volantino dove erano riportati alcuni passi presi dalle lettere encicliche di Papa Francesco “Laudato sì” e “Querida Amazonia” , ci siamo incamminati e la Prima sosta è stata davanti alla Cappellina di San Francesco .
Dopo aver letto il passo di Querida Amazonia n. 53 “…molte volte lasciamo che la coscienza diventi insensibile, perchè ” la distrazione costante ci toglie il coraggio di accorgerci della realtà di un mondo limitato e finito” … ” e la poesia di Juan Carlos Galeano, Luciano Turrici ci ha raccontato alcuni cenni storici su Via Gaggio e Brughiera, come a partire dal Medioevo questa strada assume molta importanza perchè era il collegamento con la valle del Ticino, con campi coltivati,, il Mulino di Gaggio e il porto sul fiume Ticino. La strada attraversava la brughiera che successive bonifiche cercarono di rendere coltivabile ma fallito questo tentativo venne usata per esercitazioni dei reparti di cavalleria fino a che, alla fine della seconda guerra mondiale, divenne zona militare e vietata ai civili Nei primi anni novanta del secolo scorso, quando l’attività militare si concluse, iniziò l’operazione di recupero con l’obiettivo di rendere la strada transitabile come percorso ciclopedonale e questo si è potuto fare con il lavoro dei volontari che si sono presi l’impegno di riportare la strada così come oggi lo vediamo.
La seconda sosta con riflessione
La seconda sosta con riflessione sugli aspetti naturalistici degli ambiti di brughiera ci ha dato lo spunto sempre su
Querida Amazonia,n. 54 “…ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre…” e
Laudato sì n.39 “…neppure la sostituzione della flora selvatica con aree piantate a bosco, è solitamente oggetto di un’adeguata analisi… “
Ci siamo inoltrati all’nizio della brughiera dove già si vedono le specie vegetali più diffuse all’nterno di questo ambiente e cioè il brugo nella sua distesa in questa stagione di color violetto-lillà che però quest’anno hanno sofferto per la siccità e Luciano Turrici ci racconta che in primavera troveremo le gialle ginestre mentre in autunno si può osservare la molinia, una graminacea che ha un caratteristico color paglierino che ricorda la savana africana., molte specie di alberi e uccelli tra cui il succiacapre presente in provincia di Varese quasi esclusivamente in brughiera. Questo territorio con i suoi arbusti, una volta era molto più esteso, ma con gli ampliamenti successivi dell’aeroporto della Malpensa quella che una volta era la brughiera grande di Gallarate si è ridotta ad un piccolo lembo a sud del sedime aeroportuale che però rappresenta oggi la più vasta e meglio conservata brughiera a sud delle Alpi.
La terza e la quarta sosta della camminata per la salvaguardia del creato
Inoltrandoci poi nella terza sosta di questa camminata per la salvaguardia del creato Walter Girardi ci ha portato proprio in aperta brughiera (zona Nord) sul confine di quello che potrebbe essere il nuovo progetto del Master Plan 2035 e i suoi impatti , abbiamo ascoltato la
Laudato sì, n-34 “…alcune specie, poco numerose, che di solito passano inosservate, giocano un ruolo critico fondamentale per stabilizzare l’equilibrio di un luogo”… e al punto 35 ” ..quando si analizza l’impatto ambientale di qualche iniziativa economica, non sempre si include uno studio attento sulla biodiversità” …
Walter ci ha aggiornato sull’iter amministrativo che riguarda il Master Plan 2035, soprattutto alla luce del Protocollo di Giugno 2022 dove i sindaci del Consorzio Urbanistico Volontario CUV hanno accettato il sacrificio di 45 ettari di brughiera e di bosco in cambio di “un pugno di mosche”, promesse vane e soprattutto altre opere stradali come compensazione e mitigazione per quanto verrà cancellato per sempre.
Una scelta fortemente contestata dal Parco del Ticino e dalle Associazioni e Comitati anche perché le azioni che Sea vorrà mettere in campo per salvaguardare la brughiera restante non garantiscono la bontà del risultato, anzi rischiano di compromettere ancora l’habitat della brughiera. Una realtà che ha tutte le caratteristiche per entrare a fare parte della Rete Natura 2000, i siti europei che per le loro caratteristiche naturali o per la presenza di specie rare o minacciate devono essere protette.
La parola fine alla procedura non è ancora stata messa, per cui i cittadini possono continuare ad esprimere la propria contrarietà a questo sacrificio inutile e devastante per il nostro territorio
Siamo ritornati e alla quarta sosta detta del paraschegge, e sempre dalla
Laudato sì , n. 36 ” il costo dei danni provocati dall’incuria egoistica è di gran lunga più elevato del beneficio economico che si può ottenere” e ancora
Querida Amazonia, n. 56 “...ricordiamo che quando non si impara a fermarsi ad ammirare ed apprezzare il bello, non è strano che ogni cosa si trasformi in oggetto di uso e abuso senza scrupoli ..”
abbiamo ascoltato Mauro Gnocchi, del Circolo Legambiente “Il Presidio” di Cassano Magnago, che ha raccontato la propria esperienza di volontariato a partire da quella che fu una mobilitazione popolare dei cassanesi avversa ad un inceneritore per rifiuti ospedalieri che era in fase di costruzione all’insaputa della cittadinanza. Un anno di presidio, 24 ore al giorno, davanti alla struttura portò infine alla revoca della concessione. Proprio dalla volontà di un gruppo di persone reduci da quella esperienza nacque il Circolo Legambiente di Cassano Magnago che ne adottò il nome.
Si è poi soffermato su quanto sia importante la spinta del volontariato ambientalista al fine di indirizzare le scelte politiche a favore della salvaguardia dell’ambiente.
Infine ha invitato a fare attenzione ad alcune abitudini, facilmente modificabili, per contribuire alla diminuzione della nostra impronta ecologica, ricordando, tra l’altro, quanto affermò Padre Zanotelli a proposito del fatto che si fa più politica con il carrello della spesa che in cabina elettorale.
Il ringraziamento per chi ha partecipato
Ringraziamo per la calorosa partecipazione: l’intento delle associazioni è stato quello di sensibilizzare i partecipanti sul pericolo che incombe sulla brughiera e su tutto l’ecosistema della via Gaggio se fosse approvato il Masterplan 2035 di Malpensa.
Ha fatto bene a tutti tornare veramente con i piedi per terra e vedere questi luoghi perfetti nella loro particolarità. Ora tocca a noi dopo questa camminata conservarne la memoria, per la salvaguardia di questo creato datoci in prestito.