Ci avviciniamo a un nuovo appuntamento elettorale: il 12 e 13 febbraio saremo chiamati alle urne per rinnovare il Consiglio regionale della Lombardia e scegliere il presidente a cui spetterà di guidare la Regione per i prossimi 5 anni. Ci avviciniamo a questa scadenza in un clima di grande distrazione e con l’idea che il voto non sia poi così determinante, visto che non si comprende bene quali siano le competenze della Regione, forse l’istituzione che viene percepita come più misteriosa e lontana dai cittadini. Il rischio di un ulteriore allargamento della già ampia fascia del non voto appare dunque abbastanza rilevante.
Elezioni regionali 2023. Un’importante occasione di partecipazione
Una prima considerazione attiene proprio a questo: ogni appuntamento elettorale è un’importante occasione di partecipazione e chi ha a cuore il bene comune non può permettersi di delegare ad altri la scelta di chi guiderà la più importante Regione italiana nei prossimi 5 anni.
La partecipazione non può, però, che partire da una corretta informazione. Nelle prossime settimane è importante approfondire, per quanto possibile, le proposte dei diversi schieramenti in campo, al di là dell’ormai dilagante abitudine ad affidarsi alla simpatia di questo o quel leader e a slogan ad effetto che poi rischiano di diventare in breve tempo promesse non mantenute. Resta dunque essenziale lo sforzo personale di informarsi per conoscere, giudicare e scegliere.
Spunti per riflettere e discernere
Mi permetto, però, di indicare anche alcune priorità sulle quali sarebbe bene attuare una riflessione e un discernimento comune in merito alle necessità di una Regione come la Lombardia.
Centralità della persona
In vista delle elezioni regionali 2023 un primo elemento di giudizio parte dalla centralità della persona, che ogni schieramento propone come elemento fondamentale del proprio programma elettorale. Di quale persona stiamo parlando? Di individui chiamati a confrontarsi con una sorta di mercato delle opportunità in cui scegliere da soli quello di cui hanno bisogno o possono permettersi? Si pensi, ad esempio, alla sanità e alle relative liste di attesa: in Lombardia rischia di potersi curare in tempi utili solo chi ha i soldi per farlo. O piuttosto abbiamo in mente una comunità di persone, di singoli in relazione con altri, secondo una visione appunto comunitaria, che si propone di sostenere le persone, soprattutto le più fragili, consigliandole e aiutandole, anche se non hanno grandi risorse economiche, a scelte utili per loro e per gli altri? Qual è il grado di solidarietà – elemento essenziale in una comunità – che mostrano, non solo a parole, partiti e candidati?
Sanità
Parlando di Regione non si può non affrontare il tema della sanità. Immaginiamo un sistema sanitario all’insegna della mera competizione tra pubblico e privato o un servizio sanitario che dia risposte ai bisogni di salute dei cittadini a partire da una collaborazione tra privato e pubblico guidata da quest’ultimo? Come trovare un corretto equilibrio tra l’eccellenza della cura ospedaliera per le malattie più acute e una prevenzione diffusa sul territorio che sappia far sì che tutti possano avere i percorsi di prevenzione e di cura necessari e non solo coloro che hanno le risorse per poterseli permettere?
Ambiente
Altro tema caldo, è proprio il caso di dirlo, è quello dell’ambiente: la sacrosanta libertà dei singoli deve prevalere su ogni limitazione mirata a ridurre l’impatto a livello di inquinamento o è necessario cambiare abitudini ormai consolidate per promuovere stili di vita più sostenibili? Il fatto che ci siano Paesi che continuano ad inquinare ci autorizza a fare altrettanto? Sul tema del trasporto, la priorità deve essere comunque la libertà di utilizzo del mezzo privato o ci si deve spingere a politiche che privilegino e promuovano il trasporto pubblico collettivo?
Formazione e lavoro
Una parola anche per la formazione e il lavoro. Il fatto che in Lombardia esistano percorsi formativi di assoluta eccellenza e che chi vale riesce spesso a trovare lavoro è sufficiente per far considerare come inevitabile un numero enorme di Neet (giovani che non studiano e non lavorano) e un abbandono scolastico ancora in doppia cifra percentuale? Il lavoro, inoltre, sia esso subordinato o autonomo, è un fatto individuale e ha come unico metro di giudizio il risultato economico o possono esistere riflessioni che pongano la questione della sua valenza e del suo impatto sociale?
Gli altri temi
Ci potrebbero essere molte altre domande e riflessioni, ma mi sono limitato ad evocare alcune delle principali competenze regionali. Nella scelta elettorale si potrebbero peraltro misurare le proposte su vari altri settori: pensiamo alla cultura e all’istruzione, al bene-casa, all’integrazione sociale di chi vive nelle privazioni o nel disagio, al sostegno al terzo settore, al volontariato e allo sport, alla tutela del patrimonio artistico e naturale: tutti temi rilevanti per la costruzione del bene comune.
Sullo sfondo delle prossime elezioni c’è anche la questione dell’autonomia, evocata e promessa negli ultimi anni, ma ancora ferma sostanzialmente al palo. Il tipo di autonomia di cui si parla non è indifferente: c’è l’autonomia di chi intende unicamente rivendicare più soldi, in nome del fatto che i lombardi pagano più tasse, e quella di chi si preoccupa di far sì che ci siano meno diseguaglianze tra regioni e territori, perché tutti i cittadini abbiano le stesse opportunità.
Elezioni regionali 2023. Le persone candidate contano
Un’ultima considerazione riguarda coloro che si propongono per guidare la Regione nei prossimi anni, ovvero i candidati ai ruoli di presidenti e consiglieri. Le persone contano, così come contano le loro storie e lo stile con cui si propongono e intendono fare politica. Le elezioni regionali 2023 consentono la scelta diretta del presidente e quella dei consiglieri attraverso il voto di preferenza, scrivendo uno o due nomi sulla scheda elettorale. L’invito è a esercitare questa preziosa possibilità di scelta: la serietà, la credibilità e la coerenza delle persone in questo caso fa la differenza. Soprattutto in un livello istituzionale come quello regionale che è legislativo e non solamente amministrativo: non basta proclamarsi buoni amministratori, è necessario avere una visione per il futuro della Regione e solide basi su cui fondarla per non illudere i cittadini e non tradire la storia e l’anima della Lombardia.
Le radici di questo territorio affondano in una storia in cui il cattolicesimo non è mai stato ostentato, ma è sempre stato praticato all’insegna di virtù civiche che hanno prodotto grandi testimonianze di solidarietà e accoglienza. La Lombardia – terra in cui convivono persone di differenti nazionalità, credenti e non credenti, cristiani e fedeli di altre religioni – ha ancora bisogno di cattolici capaci di mettersi al servizio del bene di tutti.
Gianni Borsa | Presidente Azione Cattolica Ambrosiana