La XVII Assemblea nazionale di Azione cattolica dal titolo “Ho un popolo numeroso in questa città” è da qualche giorno terminata. Non è stata la mia prima Assemblea, ma certamente la più originale e inedita, resa unica dalle modalità digitali in cui si è svolta a causa delle regole dettate dalla pandemia. Un evento vissuto destreggiandosi tra scrivania del delegato, incontri zoom e video youtube, messaggi su whatsApp e generi di conforto in prossimità del computer, per seguire con passione una lunga settimana di incontri, preghiere, dibattiti colmi di riflessioni e contenuti. Ci vorrà molto tempo per interiorizzarli tutti, per farli diventare cammini, percorsi, itinerari, ma alcuni di essi mi hanno da subito colpito e vorrei provare a condividerli.
Diventare «Apostoli della speranza», contro la tentazione dello scoraggiamento, dell’isolamento, della conflittualità esasperata, che rischiano di diventare la cifra caratterizzante di questo nostro tempo, è stato l’invito rivolto ai presenti dal cardinal Farrel. Essere testimoni che è possibile rialzarsi, ricostruire, farsi coraggio e riprogrammare il futuro insieme come fratelli, per i fratelli.
Fraternità che, in modo diverso, ci è stata richiamata anche dalle parole della presidente onoraria dell’Assemblea e direttore generale della Fondazione Telethon dottoressa Polsinelli. Ha ricordato l’impegno che ci accomuna contro la cultura dello scarto, a favore di ogni vita, perché la persona sia sempre posta al centro di ogni nostra attenzione.
E, in fondo, a ben pensarci è proprio questo il filo rosso che unisce ogni intervento e relazione: il grande appassionato amore per il “popolo numeroso che abita accanto a noi” con le sue aspettative, desideri, difficoltà e sofferenze, che ci spinge a diventare compagni di viaggio, fratelli tra fratelli.
Così ecco la richiesta del presidente Matteo Truffelli: «Smettiamo di chiederci come stiamo e chiediamoci per chi siamo» invitandoci a ricordare che «nessuno si salva da solo, come individuo isolato», ma «Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunità umana».
Da qui il desiderio di stare dentro il tempo che ci è dato, con lo sguardo rivolto al futuro, immaginando nuove strade, percorsi originali e creativi. Con gratitudine, pronti a riconoscere le meraviglie del Signore in ogni frammento di vita e in ogni momento della storia dell’uomo. Con fiducia perché siamo certi che il Signore mantiene sempre le promesse che fa. Aprendosi agli altri accorciando le distanze con la vita delle persone che incontriamo, consapevoli che non è più sufficiente convocarle, ma è sempre più necessario percorrere instancabilmente le strade delle città fino ad arrivare là dove queste vivono.
Nel cuore risuonano forti le parole del Santo Padre: «La Chiesa è grata all’Associazione a cui appartenete, perché la vostra presenza spesso non fa rumore, ma è una presenza fedele, generosa, responsabile. Umiltà e mitezza sono le chiavi per vivere il servizio, non per occupare spazi ma per avviare processi».
Termino queste poche righe, condividendo tre immagini che riassumono per me nella loro immediatezza questa Assemblea.
La prima è quella del giardiniere. L’assistente generale, mons. Gualtiero Sigismondi, durante la preghiera iniziale riproponeva una frase di Paolo VI a un assistente di Ac: «Sia un buon giardiniere di questo prato meraviglioso», ricordandoci così la differenza tra l’avere cura e l’essere padroni di un popolo numeroso!
La seconda è l’immagine del Santo Padre che, superando ogni protocollo e formalità si fa vicino ad ogni membro del Consiglio nazionale e ha per ciascuno un sorriso e una parola. Tra queste quel «Ti vogliono bene» sussurrato dopo il saluto del Presidente nazionale, durante il lungo e caloroso applauso che è seguito. Con il cuore che batteva forte avrei voluto dirgli: «Vogliamo bene anche a Te».
E infine l’emozione di Matteo Truffelli che salutandoci commosso, ricordando lo scomparso assistente mons. Mansueto Bianchi, ci ha detto: «Siete una Chiesa bellissima!».
Dobbiamo ricordarcelo più spesso.
Paola Panzani
Consigliere nazionale Ac