Con l’incontro di tutti i responsabili sabato 7 ottobre e la Giornata parrocchiale domenica 8 abbiamo dato il via al cammino assembleare che vedrà da qui al prossimo 11 febbraio, quando celebreremo l’Assemblea diocesana elettiva, la nostra Associazione rinnovare democraticamente il suo volto.
É un cammino che si ripete ogni triennio (in realtà questa volta sono quattro anni, causa Covid), ogni volta uguale (dalle Associazioni nel territorio fino alla Diocesi) e ogni volta diverso, perché diverse sono le persone che vivono la responsabilità come servizio all’Associazione e alla Chiesa diocesana e diversi sono i temi che il momento, la vita, pone di fronte ai nostri gruppi e alla Chiesa.
Il cammino di quest’anno parte da lontano: il Consiglio diocesano si è domandato lungo tutto il triennio come rinnovare l’Associazione dentro un tempo, una società e una Chiesa che stanno cambiando (“Essere e fare l’AC nel tempo nuovo”: credo che tutti abbiamo sentito ormai questa espressione), riflettendo su diversi aspetti dopo aver ascoltato tanti testimoni.
Da questa fatica è nato un documento di sintesi accompagnato da domande che è rivolto a ciascun socio perché dal contributo di ciascuno possa nascere l’indicazione della via da seguire “nel tempo nuovo”.
Cosa dice questo documento?
È un documento che consta di tre capitoli:
- il primo costituisce il quadro di riferimento, il percorso fatto finora: siamo di Azione Cattolica, vogliamo continuare ad esserlo, siamo contenti di esserci “così” e abbiamo qualcosa da dire alla Chiesa ambrosiana.
- il secondo capitolo parla dell’identità dell’AC: siamo nella Chiesa e vogliamo viverci, siamo di AC per una Chiesa sempre nuova perché sempre nuovo è il messaggio del Vangelo.
- il terzo capitolo parla delle scelte, non ovviamente tutte le scelte possibili, ma come e cosa scegliere, che comunità contribuire a costruire.
Dunque che accade ora?
Da qui all’8 dicembre, “Festa dell’adesione”, i gruppi locali (le “Associazioni Territoriali di Base”, come le chiama il nostro Statuto) si ritroveranno non solo per rinnovare le adesioni e per individuare, votando democraticamente, i nuovi responsabili, ma anche per confrontarsi (tra soci, appunto) cercando e suggerendo risposte per il futuro dell’Associazione sia a livello diocesano che locale.
A tutti è chiesto di contribuire riportando in Centro diocesano, tramite i verbali delle assemblee, quanto emergerà da ogni incontro locale. E quando si dice a tutti, vuol proprio dire a tutti i soci: ai responsabili attuali è stato chiesto di coinvolgere ogni socio, di accogliere e offrire un’occasione di partecipazione anche ai “soci sparsi”, quelli che sul territorio non hanno un’Associazione di riferimento, di riunirsi fra associazioni vicine se si fatica da soli. Essere associazione vuol dire poter contare ciascuno sul supporto degli altri, avere cura gli uni degli altri: è un antidoto all’individualismo tanto deleterio di questo tempo.
Siamo fiduciosi: sta nascendo in questo tempo l’AC di domani.
Giancarlo Melzi, segretario diocesano Azione cattolica ambrosiana